martedì 1 aprile 2014

vite a tutta gallara: Keith Moon

filmato dell'esplosione


Keith John Moon (Wembley Londra, 23 agosto 1946 – Londra, 7 settembre 1978) è stato il batterista dei meravigliosi Who.
All'età di 17 anni entrò a far parte dei della band sostituendo il batterista  Doug Sandom. Le esibizioni dal vivo del gruppo, spesso, culminavano in scoppi di violenza incontrollata da loro stessi definiti "arte autodistruttiva", con i componenti che distruggevano letteralmente il proprio equipaggiamento sul palco. Quest'abitudine fece guadagnare al gruppo un forte ritorno pubblicitario e la copertina di diverse riviste. Ben presto altri artisti, come Jimi Hendrix, iniziarono ad imitare lo stile distruttivo degli Who. Proprio Moon dimostrava particolare zelo nell'architettare sempre nuovi modi per fracassare la sua batteria alla fine dei concerti.
In occasione dell'esibizione del gruppo nel corso del programma televisivo The Smothers Brothers Comedy Hour del 1967,  nascose dell'esplosivo in una delle grancasse della sua batteria. Durante il finale di My Generation, scalciò via la grancassa innescando la carica. L'intensità dell'esplosione bruciacchiò i capelli di Peter Townshend e causò il ferimento dello stesso Moon al quale si conficcò nel braccio un frammento dei piatti.
Per esibirsi in un suo assolo di batteria alla televisione, Moon riempì di acqua e pesci rossi la grancassa, presentandosi vestito da gatto. Atti come questo fecero guadagnare al batterista soprannomi come "Moon the Loon" ("Moon il lunatico") e "Mad Moon" ("Moon il pazzo"). Grazie ai suoi comportamenti selvaggi,  divenne uno dei batteristi più celebri della sua generazione, ricevendo sempre maggiori attenzioni da parte della stampa scandalistica.
Keith Moon tenne per tutta la vita un atteggiamento fortemente distruttivo. Devastava le camere degli hotel, le abitazioni degli amici e spesso anche casa sua, gettando la mobilia fuori dalle finestre, facendo esplodere i bagni, ed incendiando gli edifici. È stato calcolato che i danni da lui provocati in carriera ammontano circa a 500,000 dollari in totale.
Questi atti distruttivi, spesso intrapresi sotto l'effetto congiunto di alcol e droga, erano il modo di esprimere la propria eccentricità, come anche il gusto provato nello scioccare il pubblico. Nella sua biografia, Full Moon, l'amico di vecchia data ed assistente personale Dougal Butler, raccontò: «Lui avrebbe fatto qualsiasi cosa se sapeva che c'erano abbastanza persone intorno che non volevano che lo facesse».
Secondo Townshend, Moon stesso ci teneva a coltivare la propria reputazione distruttiva. Una volta, mentre era in limousine sulla strada per l'aeroporto,  insistette di voler tornare  all'hotel, affermando: «Mi sono dimenticato una cosa. Dobbiamo tornare indietro!». Quando l'auto raggiunse l'hotel, Moon tornò nella sua stanza, prese il televisore, e lo gettò fuori dalla finestra direttamente nella piscina sottostante, quindi lasciò l'hotel risalendo in macchina, dicendo: «Quasi me ne dimenticavo».
Tali comportamenti fecero bandire la band da numerose catene di hotel in tutto il mondo, inclusi Holiday Inn, Sheraton, Hilton Hotels e Waldorf Astoria.
Nel 1967, Moon compì l'atto distruttivo forse più celebre della sua vita nell'Hotel Holiday Inn di Flint, nel Michigan. Secondo il libro Local DJ, a Rock & Roll History, la band si stava esibendo nella zona come gruppo d'apertura in un concerto degli Herman's Hermits. Dopo lo show, si tenne un party per celebrare il 21º compleanno di Moon. Già abbondantemente "alterato", Moon iniziò la festa gettando un candelotto di dinamite nella tazza del gabinetto della sua stanza facendolo esplodere in mille pezzi.
Dopo aver distrutto il bagno,  salì a bordo di una Cadillac e la guidò finendo dentro la piscina dell'hotel.
La direzione dell'Holiday Inn aveva in precedenza già tollerato i comportamenti eccessivi del batterista dato che i danni erano stati sempre pagati. Tuttavia, dopo l'incidente della festa al Flint, la compagnia bandì a vita sia Moon che il resto dei The Who da tutti i loro alberghi.
Lo sregolato stile di vita di Moon iniziò presto però ad avere ripercussioni sulla sua salute e sulla sua professionalità come musicista.
Nel corso del "Quadrophenia Tour" del 1973, durante il concerto alla Cow Palace Arena di Daly City, California, ingerì una grossa quantità di tranquillanti mischiati a brandy. Inevitabilmente collassò sul palco svenendo, sulla sua batteria mentre il gruppo stava suonando la canzone Won't Get Fooled Again. La band smise di suonare e un gruppo di roadie portò Moon nel backstage. Dopo una doccia fredda e una dose di cortisone, lo rimandarono in scena dopo circa una mezz'ora. Tuttavia, Moon svenne nuovamente durante l'esecuzione di Magic Bus e fu definitivamente trasportato via. La band continuò lo show senza di lui ancora per qualche canzone. Infine, Townshend chiese al pubblico: «Qualcuno sa suonare la batteria? – Voglio dire "per davvero"». Un batterista locale, Scot Halpin, rispose alla chiamata, salì sul palco, e suonò la batteria per il resto del concerto.
Durante il periodo di pausa che la band si prese tra il 1975 e il 1978, Moon ingrassò parecchio abusando di cibo e di alcol in quantità smodate. Ringo Starr, grande amico di Keith Moon, era seriamente preoccupato per la salute del batterista degli Who. Starr gli disse  che se fosse andato avanti così, avrebbe finito con l'ammazzarsi da solo, lui rispose semplicemente: «Si, lo so».
Altra peculiarità erano i travestimenti.Il cantante Alice Cooper ricordò il proprio gruppo di bevute, i "The Hollywood Vampires", raccontando che Moon spesso si presentava vestito da Papa, uno dei molti costumi che indossava per suscitare l'ilarità degli amici (altri suoi travestimenti celebri erano quello da suora e quello da ufficiale nazista).
Il 4 gennaio 1970, Moon rimase coinvolto in un incidente d'auto fuori dal pub "Red Lion" di Hatfield, Hertfordshire, che causò la morte di un pedone. A seguito di un'accesa discussione (che sfiorò la rissa) con un gruppo di skinhead all'esterno del locale, evidentemente infuriato per qualche motivo, il padrone del pub iniziò a colpire la sua Bentley.  Moon, ubriaco fradicio, iniziò a guidare per sfuggirgli. Durante la manovra purtroppo investì ed uccise il suo amico autista, e guardia del corpo, Neil Boland. Dopo un'indagine da parte della polizia locale, il coroner giudicò accidentale la morte di Boland. Moon venne assolto con formula piena dall'accusa di omicidio colposo. La figlia di Boland, investigando sulla morte del padre, interrogò i testimoni del fatto. Arrivò alla conclusione che Moon non era alla guida del veicolo quando la disgrazia ebe luogo.
Gli amici stretti di Moon dissero che lui si sentì in colpa per la morte di Boland per il resto della sua vita. Secondo Pamela Des Barres, fidanzata di Moon per tre anni, di notte egli aveva spesso incubi sull'accaduto, e si svegliava nel cuore della notte urlando.
Il 7 settembre 1978, dopo aver trascorso la serata con Paul McCartney e sua moglie Linda, ritornò a casa con la sua fidanzata, Annette Walter-Lax e prese 32 pastiglie di clometiazolo, prescritte nella sua terapia contro la tossicodipendenza, quando già 6 erano fatali. Iniziò a vedere a letto il film L'abominevole dottor Phibes, chiese ad Annette di cucinargli una bistecca e delle uova e poco dopo morì nel sonno quella stessa notte, all’età di trentadue anni.

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