lunedì 14 aprile 2014

La rapina




 longo è lo cammino, ma grande è la meta

Tutti i giorni, da ormai molti anni, nel tragitto casa-luogo di lavoro, praticamente nello stesso punto ed alla stessa ora, incrociava quel furgone blindato porta-valori. Si era sempre chiesto cosa potesse trasportare di pregiato, vista la percorrenza di quella strada secondaria quasi sconosciuta, comunque fuori dalle rotte tradizionali. Una sera per lui infausta, al bar giocando con dei conoscenti, perse tutti i suoi averi in una mano di poker, tentando di bluffare una scala reale con una coppia di sette. Nel giro di dieci minuti si trovò sul lastrico, senza alcuna via d'uscita. Fu il mattino seguente, in preda all'ansia per il futuro, che iniziò a meditare una rapina a quel mezzo. Come poteva fare, lui che in vita sua al massimo aveva rubato una sciarpa all'Upim? Doveva elaborare un piano, anche perché i due agenti che si trovavano all'interno del furgone sarebbero stati sicuramente  armati, con l'ordine perentorio di aprire il fuoco nel momento del bisogno. Dopo un'attenta analisi della situazione, decise di fingere un guasto alla sua auto, che messa di traverso sulla carreggiata, avrebbe bloccato entrambe le corsie, costringendo il mezzo a fermarsi. Forse non era un'idea originale, ma poteva risultare estremamente efficace. Per l'occasione acquistò una motosega a vapore, atta ad intimorire gli uomini della sicurezza e una magnum di Vov per lustrarsi e trovare il coraggio di compiere quell'azione altamente pericolosa. La mattina del 12 Aprile 1987, alle 7.28, mise in atto il suo malvagio progetto. La sfortuna iniziò subito a perseguitarlo. Appena intraversata l'auto, si formò all'istante una fila pazzesca. Poco distante infatti si era celebrato un matrimonio gay. Gli sposini, terrorizzati dalla notorietà che  quella cerimonia avrebbe generato, per passare inosservati,  l'avevano officiata a quell'ora, in quel posto sperduto e di giorno lavorativo, per giunta. In fretta e furia cercò di liberare la carreggiata fingendo di essere un vigile segreto. Doveva per forza sbarazzarsi di tutti quei possibili testimoni, per Dio!. Purtroppo nella coda di macchine si trovava anche il blindato. Appena lo vide perse la testa. Accese la motosega e gli squarciò un pneumatico. Gasato, intimò agli agenti di scendere, altrimenti li avrebbe fatti a pezzi. I due però se la risero, protetti da vetri anti-proiettile e consapevoli di aver prontamente avvisato via radio le forze dell'ordine. In un attimo sentì in lontananza le sirene. Scappò per la vigna adiacente e si rifugiò in un castro poco distante, dove rimase paralizzato dalla paura per 9 interminabili giorni. Quando il fattore aprì il cancello per far rientrare i suini, lo vide addormentato su un letto di letame, come la bresaola su un letto di rucola. Dalla pena che provò, lo coprì con un pezzo di eternit e pannocchie di granturco. Oggi, a distanza di tanti anni, vive in un camper high-tech ed ha un sito internet tutto suo dove adesca signore anziane e veterani di guerra.

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