mercoledì 30 aprile 2014

l'uomo lupo

La vide, mentre stava messaggiando con il telefono, fuori dal suo ristorante preferito "Peppe 'o friggituore". Capelli fluenti di colore nero corvino, occhi spessi, zigomi frastagliati e mento italico. Alta, quasi statuaria, pelle di alabastro e fisico da lottatrice greco-romana, con forme marcatamente eterogenee. Accese una sigaretta elettronica e l'aspirò avidamente, con tale fervore che la fuse. Alcune faippole roventi le caddero sulle mani. Moccolò ad alta voce e con convinzione. Una signora anziana che le era accanto, probabilmente molto religiosa e credente, la rimproverò severamente. Perse il lume della ragione. Come un cobra vietnamita le si avventò addosso. La prese per il collo, tentò di strangolarla e poi gli divelse un cartello stradale in testa. Dei passanti inorriditi chiamarono i soccorsi e tentarono di salvare la povera donna. Il chiasso assordante delle sirene la riportò alla ragione. Confusa e imbarazzata dal suo gesto violento, cercò di guardarsi attorno per uscire da quella situazione pesante. Le abbagliò con i fari della macchina e la invitò a salire a bordo. Capì che quella era l'unica via di fuga possibile, offertagli inoltre da un perfetto sconosciuto. Svicolò tra i numerosi curiosi che avevano formato un sostanzioso capannello ed entrò carponi nell'abitacolo. Appena fu  dentro, chiuse lo sportello con veemenza e partì a tutta velocità. Nessuno li inseguì. Guidò per tre giorni di seguito, passando per strade sterrate, vigne e sentieri di sottobosco, onde seminare ogni eventuale inseguitore. Finì' la benzina nel bel mezzo di un guado. Riuscirono ad uscire dal porta bagagli quasi per miracolo mentre il mezzo si inabissò di circa due metri e mezzo. Uscirono ansimando dall'acqua. Con i vestiti zuppi e aderenti al corpo, gli sembrò ancora più bella. Si notavano le forme sinuose ma sopratutto, a causa del freddo, le si vedevano chiaramente i capezzoli dei seni. Cercava con tutte le forze di guardare altrove, ma non ci riusciva. Dopo circa una buona mezz'ora di sguardo fisso, con nessuna forma d'intelligenza  apparente, gli dette uno sganassone per farlo riprendere. Dovevano agire al più presto per uscire velocemente da quel guaio. Niente. Nessuna reazione, era come ipnotizzato, posseduto da un demone delle mammelle. Decise di usare la terapia d'urto per rianimarlo. Si tolse il reggiseno e gli agitò le tette davanti al viso inespressivo, prima di scappare a tutta birra. Le scattò dietro come un varano di Komodo. La situazione stava precipitando, non si sarebbe mai aspettata una reazionè così istintiva e animalesca. Doveva correre per non essere presa e pensare ad una via d'uscita. Calò l'oscurità. Trovò rifugio in una grotta calcarea. Per tutta la notte lo sentì ululare. All'alba del giorno seguente, con il terrore negli occhi riprese la fuga. Dopo alcune ore di cammino raggiunse un casolare abitato. Era salva. Da quel giorno le leggende sull'uomo-lupo si moltiplicarono. Nessuno lo vide mai più, ma ad ogni latrato notturno tutti gli animali della zona impazzivano e si cimentavano in accoppiamenti selvaggi e poco attinenti alle loro specie.

Nessun commento:

Posta un commento