sabato 31 maggio 2014

siena varese le interviste dagli spogliatoi

dalla parabolica del Franco Ossola

Leader Maximo Mexaroma

Basta, basta, basta, basta!!!!!! Ora è veramente troppo. Dopo Latina, dopo Padova, la sfortuna non mi abbandona anzi....Stamattina, appena fatta colazione, si è fusa la guarnizione della moka. Siccome era della mia bisnonna, il ricambio non si trova più e mi è toccato portarla ad un mercatino vintage per cercare di venderla. Mentre stavo per partire alla volta di Varese, sono scivolato nel piatto della doccia e ho battuto forte il fianco.  Mi è venuto un livido spaventoso.  Salito in macchina, avendo tutti i tappetini briciolosi, sono andato al lavaggio "Fò da me" in Pescaia per aspirarla, ma era chiuso per frana. Prima di arrivare a Varese mi sono fermato in Autogrill per un bombolone e un frappè al Mars. La pasta era di ieri e mi è rimasta sullo stomaco, tanto che ho dovuto vomitare dentro ad un cesto di vecchi cd in offerta. Poi, infine, la partita. Non mi sento nemmeno di commentare dalla delusione che provo. Ora però devo scappare di corsa, perchè altrimenti mi scade il ticket del parcheggio e mi fanno la multa. Se disgraziatamente mi scordo di pagarla di sicuro ci tolgono un'altro punto.

Stefy Antonelli

Non è giusto. Noi eravamo l'unica squadra, vista la situazione in cui abbiamo lavorato, che meritavamo i play-off. E ora? Io, in qualche modo mi arrangio. Con qualche impianto mobile, ponti fissi, otturazioni e pulizie dal tartaro, me la cavo. Certo non farò il signore, ma insomma in ferie e un paio di volte al mese in pizzeria riuscirò sempre ad andarci. Ma gli altri? I ragazzi, lo staff, i dipendenti e anche i tifosi come  faranno? Mah, comunque quando la barca affonda, bisogna cercare di conquistare la scialuppa, anche a costo di affogare qualche pretendente che può salire al tuo posto. Io ho la coscienza pulita che se ne dica, perchè ho pagato di tasca diverse trasferte e ho messo in tasca poco, rispetto a Massimo. Dispiace, ma c'è di peggio nella vita.

Babbo di Lamanna.

Ora in settimana vado a Roma di persona. Glieli dò io i tuitt, l'emeil, i tattuaggi e le fideussioni. Dagli stiaffi, gli fò un muso come un pallone del 5.



venerdì 30 maggio 2014

amarcord fedelissimo campionato 2003-2004

FEDELISSIMO N.16 DEL 19-04-03 SIENA TERNANA

Cose a caso di Simone Taddei

Alla prima edizione della Coppa dello Spazio nell’anno 2036 parteciparono 10 squadre, l’F.C. Nettuno, l’A.C. Venere, l’A&O Luna, l’ABS Marte, il TAEG Giove, l’U.S Saturno, l’Ayatollah Urano, il °C Mercurio, il *@+ Pluto e la S.S. Robur 1904.
La formula adottata, per non scontentare nessuno, fu un girone unico con 14 partite di andata senza interruzione e una di ritorno lunghissima.
Per la variegata natura dei team partecipanti non fu possibile stilare un regolamento unico.
Infatti i giocatori del Nettuno erano invisibili, su Marte, data la mancanza di acqua, era impossibile fare la doccia a fine gara, sulla Luna non si poteva iniziare prima che Branco avesse redatto l’oroscopo giornaliero, su Venere tutti si davano i bacini e nessuno voleva vincere, su Mercurio era un caldo da stiantare, su Saturno  gli atleti venivano continuamente attratti da un pianeta satellite e ritornavano al loro posto  solo dopo molti anni-luce,  Pluto brulicava di cani randagi,  il campo di Giove era attraversato da una strada a sterro trafficatissima, su Urano occorreva indossare maglie di piombo per proteggersi dalle radiazioni ed a Siena lo stadio era stato edificato, dopo una lunga diatriba politica, dentro casa di un certo Groppone.
Il campo dei bianconeri, proprio per questa sua peculiarità, fu inespugnabile, sia perché il padrone dell’abitazione teneva tutti in scacco minacciando di mangiare intere scodelle di pasta e fagioli, sia perché il custode dell’impianto, il famigerato Titti picchiava sempre gli ospiti durante la loro ricognizione pre-gara, rei , a suo modo di vedere, di sciupare le righe del rettangolo di gioco.
La partita si svolgeva su due piani, di solito si poteva fare anche merenda durante un’azione, a patto che per lo meno il pane fosse comprato dalla compagine in trasferta, era invece vietato l’uso del bagno dopo che  gli Urani approfittando della loro invisibilità, avevano pisciato volontariamente sulle mattonelle e dentro il contenitore dello scopino.
Prima di ogni match casalingo la casa veniva tirata a lucido, imbiancata e il bucato portato ad asciugare presso  una zia comprensiva e lungimirante.
I tifosi ospiti, sempre ben accetti, venivano sistemati, previa liofilizzazione per ridurne l’ingombro, nello sgabuzzino delle provviste attiguo allo studio, mentre ai locali erano riservati i divani, il tavolino da fumo e tutti i termosifoni.
L’ordine pubblico era garantito, oltre che da Titti, da un reparto speciale formato dal barista del 115, dal Trombe, da Nerino, dal prof. Colonna, da mamma Ebe e da Pasquale del Grande Fratello.
Per quanto riguarda i supporters senesi, essi, come al solito, si contraddistinsero per il loro grande attaccamento alla maglia bianconera, riuscendo a seguire la propria squadra su ogni pianeta della galassia, portando ovunque un grande esempio di sportività.
A tal riguardo, è doveroso ricordare un episodio che vide protagonista un grande tifoso della Robur , Aldo Brocchi.
Mentre era fermo con la sua astronave davanti ad un semaforo rosso adiacente allo stadio di Saturno, per ingannare l’attesa  iniziò a ricercare una frequenza radio terrestre, non accorgendosi che intanto era scattato il verde. Dopo alcuni istanti, un marziano locale che si trovava in fila dietro di lui, iniziò a suonare il clacson all’impazzata, per invitarlo a partire.
La situazione si stava facendo incandescente, in ragione anche della partita che entro breve tempo si sarebbe disputata. Aldo per niente turbato, con calma orientale scese dal mezzo, si avvicinò al finestrino dell’altro automobilista e gli disse testuali parole: “Oh bellino il clacson ti funziona, ora prova le frecce”.
Questo, come moltissimi altri episodi, dimostrarono la grande civiltà del popolo di Siena, che anche nel firmamento lasciò un segno tangibile della sua straordinaria storia di città cablata.

mercoledì 28 maggio 2014

Il tema

Avere ritrovato questa lettera del 1982 è stato per me come tornare a quel periodo in un nano-secondo. Mi spiego. Stavo frequentano la classe 3 superiore, specializzazione meccanica dell'I.T.I.S. Tito Sarrocchi.  Compito di italiano. Qualche giorno prima si erano verificati dei gravi scontri tra ultras, non ricordo dove ed ero sicuro che uno dei temi sarebbe stato su questo. Portai quello che per noi, in quel periodo era la Bibbia, il Guerin Sportivo con la lettere di vari ultrà, tra cui Geppo capo dei CUCS purtroppo scomparso. Tombola. Ci avevo azzeccato.  Copiai di brutto, convinto di aver fatto un capolavoro e poter così ottenere la prima sufficienza dell'anno scolastico. Tre o quattro giorni dopo la professoressa, Nella Martufi, all'inizio della lezione ci informa che ha corretto i compiti e, tra di loro, ne ha trovato uno che gli ha fatto perdere il sonno per due notti. Non li riporta però e non dice di chi si parla. Inzio a tambureggiare con tutti i compagni, quanto fossero stati cattivi a turbare quella povera donna. Alcuni giorni dopo, arriva una raccomandata a casa, dove il preside dell'istituto convoca urgentemente me e un genitore a colloquio da lui. La santa di mia mamma, mi chiede spiegazioni e io non riesco a trovare una causa plausibile. Il giorno prescritto andiamo al colloquio con il preside Criscuolo. Appena entriamo nell'ufficio, l'uomo ci dice che non ha inoltrato ancora denuncia al procuratore della repubblica, perchè voleva prima parlarmi di persona e capire che soggetto ero. Ancora non capisco. Mia madre è emaciata. Apre un'armadietto, tira fuori il tema e lo legge ad alta voce. L'avevo copiato come era scritto, in prima persona, senza cambiarne una virgola, ma anzi forbendolo anche di altri particolari succulenti su coltellate, droga e furti vari. Tocca confessare la copiatura e dopo parecchio tempo di genuflessione il preside torna sui suoi passi.

lunedì 26 maggio 2014

siena padova le interviste dagli spogliatoi




Dal Franchi di pubblico interessse

Leader Maximo Mexaroma

Oggi me n'è successa un'altra. Non bastava aver battuto con il Benellino prima di partire per Latina (vedi intervista precedente), stasera anche peggio. Al termine del primo tempo infatti,sono dovuto scappare di corsa a casa, perchè mi è stiantato il tubo sotto all'acquaio in cucina. Non usando la retina sopra lo sgorgo, con il passare del tempo il sifone si è saturato di briciole, avanzi di cena, unto,filaccioni ecc e, inevitabilmente ha finito per otturarsi, impedendo il normale deflusso all'acqua . In preda al panico ho telefonato a Franco Moretti, il quale, da uomo navigato, mi ha consigliato di contattare il suo idraulico di fiducia, da lui stesso soprannominato "Leonida", per il motivo che ogni intervento, di qualsiasi natura, esso richiede sempre una parcella di 300€. Tra trippole e trappole non potevo più tornare allo stadio e allora, mio sono messo comodo e l'ho aiutato nel lavoro, ottenendo il duplice vantaggio di risparmiare sul tempo e soprattutto di verificare la riparazione. Verso mezzanotte abbiamo finito e sono andato a letto esausto. Appena stese le gambe, volevo mettere il televideo per conoscere il risultato finale della Robur, tanto se avessi telefonato a qualcuno non mi avrebbe assolutamente risposto. Ancora la sfortuna bieca. E' andata via la luce e per molte ore. Mi è toccato giocoforza anche svuotare il freezer alla svelta, altrimenti avrei buttato un sacco di surgelati.

Tommy Rocchi

Mi è dispiaciuto tantissimo perdere e quindi retrocedere matematicamente. Questo non tanto per me, quanto per i miei compagni. Personalmente, non per egoismo, ma l'anno prossimo ho già il posto accanto ad Idris per visionare e commentare le partite di calcio. In secondo luogo, visto che da piccolo suonavo l'arpa in una band indipendente di nome "I parabolica", la nazionale cantanti sicuramente mi scritturerà. Potrò giocare accanto ad Alex Britti, il maestro Mingardi, Biagio Antonacci, Ramazzotti e Morandi, anche se ho sentito dire che quest'ultimo sarebbe coprofago, cioè mangiatore del suo letame.Non vedo l'ora di scendere in campo , anche se in tutta onestà questo particolare mi disturba non poco.

Marijo Beretta

Vittoria meritata e ora ci giochiamo tutto a Varese. Meno male che la partita si disputa di venerdì, almeno, dopo la doccia,  possiamo andare tutti assieme alla festa della birra di Saronno. Per l'occasione faranno il loro rientro con il botto gli Europe di " The final countdown" e gli A-ha. Ormai il ritiro lo scegliamo noi e se andiamo avanti, vedrete che orzo. Se si impegnano, per quanto mi riguarda, i ragazzi potrebbero diventare tubercolsi o sifilitici. Io non avrei mai niente da dire in contrario. L'unica ragione che mi potrebbe far perdere le staffe, è il fatto che qualcuno dei miei giocatori prenda la soia, il ginseng o il thè verde per depurarsi e stare meglio.


sabato 24 maggio 2014

amarcord fedelissimo campionato 2002-2003

FEDELISSIMO N.15 DEL 05-04-03 SIENA-NAPOLI

    Cose a caso di Simone Taddei

    La guerra di San Prospero

Basta!
Americani ma chi pensate di essere, volete farci credere di possedere solo voi dei validi motivi per invadere un altro stato?
Eh no signori, anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo manciate di soprusi da vendicare ed a questo punto, vista l’occasione, non possiamo assolutamente tirarci indietro.
Un quartiere come San Prospero che annovera tra le sue file fior di condottieri come Febo detto “L’Auricino”, come il presidente Paolo detto “Bartabinbombaden” e soprattutto l’anarchico di origine francese “Sor Ilio”, fondatore del mai dimenticato Paris Bar, ha il dovere di rispondere militarmente ai gravi episodi di terrorismo a cui è stato sottoposto nell’ultimo anno e che in ordine cronologico andiamo ad elencare:
Agosto 2002
Con centinaia di case tenute volontariamente vuote per anni, all’improvviso il Mori affitta un appartamento, gettando nel panico gran parte della popolazione.
Settembre 2002
Per la prima volta, dopo il boom economico degli anni sessanta, un articolo del supermercato Sma, è risultato meno caro della concorrenza.
Ottobre 2002
Dopo il decimo cambio di gestione, con un tentativo velleitario di trasformazione in toilette per cani, il negozio “L’Agrumeria”, ritenuto strategico dal punto di vista bellico,cessa definitivamente l’attività, esponendo uno scarno, quanto enigmatico cartello, con scritto “chiuso per ferie”.
Dicembre 2002
L’escalation del terrore continua, viene aperto un negozio di tatuaggi in un quartiere con età media stimata attorno ai settant’anni. Ad un’analisi razionale, questo appare come una copertura per tutt’altri affari di tipo cospirativo, volti al sovvertimento dell’attuale sistema politico.
Gennaio 2003
Il rituale spazzamento meccanico del sabato mattina, impedisce il regolare svolgimento di un gay-pride di quartiere; i partecipanti indignati in quanto multati impietosamente anche con le quattro frecce azionate, occupano come atto dimostrativo la sala corse della Snai.
Febbraio 2003
Vengono avvistati due bambini che si divertono a giocare con i barberi, nell’apposita pista situata nei Giardini della Rimembranza. Attaccati da quattro pensionati inferociti, dopo una breve e sterile resistenza, vengono giustamente malmenati a colpi di brigidini.
Fatti gravissimi questi menzionati, oltremodo oltraggiosi, perpetrati con chiaro atteggiamento di sfida, i quali non possono che determinare una  dura risposta da parte nostra, appena avremo individuato l’identità del fantomatico mandante.
Siamo in grado, infatti, di somministrare crema rancida in centinaia di bomboloni prodotti dalla nostra Pasticceria Pierini, disponiamo di alcuni kamikaze e cioè i vecchi proprietari delle pompe di benzina ingiustamente cancellate in Viale Veneto, pronti al supremo sacrificio in qualsiasi momento ed infine possiamo, con l’aiuto di nostri politici amici, far costruire centinaia di rotonde, completamente a caso, come quella del Ruffolo.
Finitela di attaccarci con questo terrorismo subdolo o saremo costretti, nostro malgrado, a passare alle maniere forti.

venerdì 23 maggio 2014

tragedia dell'Hillsborough

 Sono ormai passati 25 anni dal disastro dell'Hillsborough, quando 96 tifosi del Liverpool morirono schiacciati sulle gradinate dello stadio dello Sheffield Wednesday durante una semifinale di Coppa. Quel Liverpool v Nottingham Forest del 15 aprile 1989 fu infatti sospeso al settimo di gioco, perché fu evidente a tutti che sugli spalti si stava consumando una immane tragedia.


Dopo un quarto di secolo, la ferita dell'Hillsborough sembra si possa finalmente rimarginare. È infatti iniziato lo scorso 31 marzo il nuovo processo per appurare la verità sui fatti di quella terribile giornata. Gli a dir poco controversi verdetti precedenti sono stati cancellati da una sentenza dell'Alta Corte di Londra a seguito del rapporto della commissione indipendente sull'Hillsborough presieduta dal vescovo di Liverpool, James Jones. Un rapporto che ha costretto il primo ministro britannico David Cameron  a fine 2012 a chiedere scusa alle famiglie dei tifosi del Liverpool scomparsi quel maledetto pomeriggio, che si erano sempre sentite dire che le morti dei loro cari erano avvenute per cause accidentali.



Molto probabile che il processo, destinato a durare circa un anno, certifichi quanto un Paese intero oramai sa da tempo: l'incidente fu causato da una cattiva gestione dell'ordine pubblico e dei soccorsi all'interno dell'impianto da parte della polizia, degli altri servizi di sicurezza e delle autorità locali, che poi si adoperarono per addossare la colpa di quanto accaduto ai tifosi. Non vanno inoltre tralasciate le malefatte dei dirigenti dello Sheffield Wednesday, il cui stadio aveva il certificato di idoneità scaduto da dieci anni.

Per raccontare del dramma dell'Hillsborough bisogna riavvolgere il nastro del tempo . La violenza dei tifosi, che ebbe il suo culmine con i fatti dell’Heysel nel maggio del 1985 e l’inadeguatezza degli stadi e dell’intero sistema di gestione del football d’oltre Manica finirono per punteggiare di lutti un'epoca.

L'epilogo si verificò proprio in quel fatidico giorno di primavera del 1989. Fin dal mattino l’autostrada M62 era un’unica lunga fila di macchine. Il traffico era congestionato a causa di una serie di lavori in corso, per cui l’arrivo a Sheffield per moltissimi tifosi avvenne più tardi del previsto. In tanti allora si accalcarono a ridosso delle entrate dell’Hillsborough Stadium, mentre il servizio d’ordine arrancava. Come se non bastasse, per accedere alla Leppings Lane, la gradinata destinata ai supporter dei Reds, c’erano solo sette tornelli.

In via del tutto ipotetica quel settore di Hillsborough avrebbe potuto contenere fino a 10mila tifosi, sebbene la suddivisione in sette spicchi recintati, voluta anni prima dalla polizia per controllare meglio i flussi della folla, avesse ridotto la capienza, contribuendo a creare delle specie di lugubri e gigantesche gabbie. Tuttavia questo elemento, allorché furono venduti i biglietti, non fu preso in considerazione. La gradinata iniziò a ingrossarsi come un fiume in piena, ma colpevolmente nessuno pensò a convogliare i tifosi lì dove c’era maggiore spazio e disponibilità di posti. Man mano che passavano i minuti in tanti finirono per essere schiacciati contro la rete di protezione. La trappola mortale era scattata. Nonostante la situazione già fuori controllo, le forze dell’ordine non trovarono niente di meglio da fare che chiudere una porticina che dava un minimo di accesso al campo, aperta in qualche modo da alcuni tifosi.

 I poliziotti erano accecati dalla paura degli hooligans e inizialmente spinsero indietro i gruppetti di fan del Liverpool che erano riusciti a salvarsi entrando sul terreno di gioco, a p

giovedì 22 maggio 2014

Aleksej Grigor'evič Stachanov

La giornata non era delle migliori. Dal cielo pioveva a dirotto e, come se non bastasse, un vento gelido sferzava imperterrito alimentando reumatismi, rachide cervicale e dolori alle ossa. Con queste premesse era iniziata la tappa più importante di quel magnifico Giro d'Italia. Torino-Passo dello Stelvio, per un totale di 367 km. Un dislivello impressionante di 15897 metri distribuiti in sette valichi alpini. Nell'ordine: Passo dei Romaioli di prima categoria 2569 metri, Passo del Moccolo seconda categoria 2347 metri, Passo Auzzo terza categoria 1420 metri, Passo Minucci prima categoria 2604 metri, Passo dell'Olghina terza categoria 180 metri, Passo di Gattabuia a Santo Spirito prima categoria 2606 metri e infine il terrificante arrivo sul Passo dello Stelvio a 2758 metri. Lui, Scaleo Del Pendio, indossava la maglia rosa quasi per caso, avendola conquistata nella tappa con arrivo a Trieste , quando il 95% dei corridori era caduto un una foiba profonda e non segnalata. Quel giorno però era ferocemente determinato a resistere agli attacchi e ciò avrebbe significato la prestigiosa vittoria finale della corsa che fu di Fausto Coppi, Gino Bartali, Eddy Merckx,Vittorio Adorni, Fausto Bertoglio e molti altri. Il suo principale antagonista si chiamava Passista Tiglioso, 25 anni, nato in Lichtenstein ma residente fin da piccolo a Grotti, un piccolo borgo del comune di Sovicille in provincia di Siena. La sua dotemaggiore era la soglia del dolore molto alta ed infatti risalì per primo dalla foiba, calpestando senza pietà ogni povero ciclista che tentava di arrampicarsi per la parete irta e scivolosa. Le condizioni metereologiche infauste sembravano avvantaggiare lo sfidante, tanto che appena passato il km 0 attaccò immediatamente con due compagni. Nell'ilarità del gruppo la fuga prese campo fino a raggiungere un distacco vicino alle due ore. Ai piedi del Moccolo inziò una fitta nevicata mista a acqua. Il quartetto in fuga decise di fermarsi alla prima baita per un punch al mandarino e pollo arrosto allevato a terra, onde lenire il freddo e i morsi della fame. La notizia in pochi secondi raggiunse il gruppo che, invece di tirare alla morte, per rintuzzare lo svantaggio decise anch'esso per una fermata presso un birrificio tirolese. Stanchi e stremati, fuggitivi e inseguitori, di comune accordo optarono per trascorrere la notte al caldo. All'alba, quando il diaccio si strusse, inforcarono di nuovo le biciclette e la corsa riprese. Sul Passo Minucci, ventidue ciclisti vennero arrestati dagli alpini per aver tagliato il tragitto. La corsa si decise sulla penultima asperità del Passo Gattabuia di Santo Spirito dove la maglia rosa scatenò una reazione violenta. Aiutato dalle spinte dei suoi sostenitori, i Guerrieri Mussai, la maglia rosa Scaleo del Pendio, nei 75 chilometri dell'ascesa, facendo uso improprio di alcune misteriose supposte per via rettale, riacciuffa e supera i battistrada, addirittura nerbandoli con un ramo di pungitopo, al momento del sorpasso. Il finale è un trionfo. Nei 25 km finali di salita, non solo aumenta il vantaggio ma, ad ognuno dei 48 tornanti, beve un bicchiere di grappa insieme ad ogni gruppo di sportivi alcolizzati. In vista del traguardo con quasi quaranta minuti di vantaggio e la vittoria finale in tasca, dopo il gesto del cristiano, dedicherà la vittoria, alzando le braccia la cielo, al suo idolo Aleksej Grigor'evič Stachanov minatore sovietico, idolo di suo padre e suo nonno

mercoledì 21 maggio 2014

latina siena le interviste dagli spogliatoi

dal Domenico Francioni

Leader Maximo Mexaroma

Oggi mi sono successe di tutti i colori. Subito verso le 8.00 ho battuto con il motorino contro un camion dei Gelati Menne e i vigili hanno dato subito la colpa a me. Ho lasciato il Benellino legato con la cintola ad una cabina del telefono e mi sono incamminato verso casa. Per ingannare il tempo, ho iniziato a mangiare un uovo di pasqua che tengo sempre nella  tasca della giacca.  Manco a farlo apposta, in quell'attimo è' passata una macchina con a bordo quattro 'briachi,  che mi hanno urlato a squarciagola: " Mangia meno, bolzo baccellone". Avrei voluto rispondergli, ma è squillato il telefono. Era Stefanino. Dopo i convenevoli, abbiamo studiato un piano per vincere al Win for life. Poi invece ha suonato il suo cellulare. Era Guidetti. Si sono salutati cordialmente e Stefanino gli ha ripetuto di smetterla con il mangiare i petti di pollo crudi, perchè minano alla base il sistema nervoso. Ritornando agli inconvenienti, mentre stavo per partire destinazione Latina, mi s'è sciolto il corpo di brutto, penso colpa dell'uovo al cioccolato che sapeva di persico del lago Vittoria. Al bagno c'era Vale che twittava e si faceva 12 selfy al minuto. Ho dovuto ripiegare per l'aia. Finalmente sono riuscito a partire, ma dopo qualche chilometro mi si è accesa la spia della batteria. Ero quasi a Cisterna di Latina. Ho chiamato Vale, ma si stava facendo un tatuaggio a tutta groppa, ho chiamato Fulvio ma erano in due nella Smart e non aveva posto, Stefanino aveva un'impronta gengivale da prendere e allora sono andato a piedi. Dopo nemmeno cinque minuti è passato un pullmino con dei tifosi del Siena, gli ho fatto cenno di fermersi ma mi hanno sputato. Ingrati. Per farla corta sono entrato allo stadio che la partita stava per iniziare e il mio seggiolino, essendoci il tutto esaurito, l'aveva preso un ciociaro becero. Insomma tra trippole e trappole mi è toccato vedere il match dalla postazione del 118, dove una volontaria carinissima mi ha consigliato di intraprendere una dieta a punti.

Babbo di Lamanna

Con quel daspo mi è toccato vedere la partita sopra alla cisterna enorme accanto allo stadio. Vicino a me c'erano due marziani che, pensando fosse un'astronave,  cercavano il portello di entrata. Uno poi aveva bevuto e vomitava succhi gastrici. Per non farmi scendere il questore mi ha ammanettato alla ringhiera laterale. Comunque avevo piazzato in tribuna dei microfoni ambientali già da giovedi, per sentire se offendevano il mio Eugenio. In lontananza ho intravisto anche quel sudicio del presidente, vicino alla postazione del pronto soccorso, speriamo gli servano un monte di medicine. Tanto a breve lo prendo per il bavero e lo giro mezz'ora, quel bolzo.

Lavandaia

Ora vedrai, dopo quelle verdi fosforescenti hanno finito le maglie, voglio proprio vedere come fanno. Io le altre le ho nascoste in campagnia e senza money non le tiro fuori.


lunedì 19 maggio 2014

sanprosperos news

La peste del terzo millennio ha colpito ancora e questa volta proprio nella nostra città che fino ad adesso sembrava totalmente immune alla malattia. La sindrome del gioco d'azzardo, vero flagello dei tempi moderni, è divampata con  irruenza e collera incontrollata. I fatti: il protagonista B.T. di 48 anni è un rispettabile padre di famiglia, timorato di Dio, libero professionista, paracadutista provetto, volontario della Pubblica Assistenza, donatore di piastrine, mago del fai-da-te, maestro zen, cartomante, metereologo a lunga gittata, bevitore di succhi bio, poeta minimalista, suonatore di cornamusa e venditore di Bibbie braille per non vedenti. Una serata tranquilla, come tante. Dopo aver fatto la spesa al supermercato, durante il tragitto di ritorno verso casa per depositare le borse, l'uomo passa con la vettura davanti alla sala slot di Viale Toselli. Da quanto dichiarato agli inquirenti, sente uno stimolo irrefrenabile di fermarsi. Avendo trascorso otto anni in una comunità di intossicati dalle scommesse ed essendone uscito redento, cerca di tirare dritto ma , proprio in quell'attimo, fora il pneumatico della macchina passando sopra ad un'istrice delle nevi, uscito allora dal letargo. E' la causa scatenante. Mentre il povero animale latra disperatamente infilzato nella ruota anteriore sinistra, B.T. esce senza rimorsi, con gli occhi sgranati, mandibola serrata ed entra senza indugio nel locale. Appena all'interno, non avendo spicci ma solo soldi a pitti, scambia dalla cassiera circa un migliaio di euro in banconote da cento e duecento. Trema come un a foglia, quando riceve le monete. La commessa lo guarda, probabilmente vorrebbe anche dissuaderlo, ma poi riceve l'oroscopo via sms e lascia perdere. L'uomo divorato dalla bramosia sceglie un videopoker e inizia a dialogarci come se fosse un parente prossimo. Mille euro vanno in fumo in pochi minuti. L'atmosfera nella sala si taglia a fette, anche materialmente perché si staglia un bafore umido che avvolge ogni cosa. Il locale si svuota e si instaura un silenzio irreale. Dalla caligine spunta di nuovo l'individuo, sempre più sfigurato, che chiede di cambiare altri duemila euro. La cassiera controlla le banconote, probabilmente vorrebbe anche dissuaderlo, ma poi riceve una suoneria via sms e lascia perdere. Il gruzzolo viene disintegrato in meno di mezz'ora. A questo punto B.T. impazzisce. Prima, tenta di ammansire il marchingegno raccontando una patetica storia familiare a cui la macchina non risponde e poi, completamente fuori controllo, ruba un martello ad un carpentiere appena entrato e cerca di ridurre a brandelli il videopoker per recuperare l'ingente somma perduta. Niente, la macchina è corazzata. Spiritato cerca di fuggire, ma viene fermato da una volante della Polizia e portato in commissariato mediante l'uso di una camicia di forza pneumatica.

domenica 18 maggio 2014

amarcord fedelissimo campionato 2002-2003

FEDELISSIMO N.11 DEL 03-02-03 SIENA-TRESTINA
COSE A CASO di Simone Taddei
LA VOCE DI SAN PROSPERO
Sono un pazzo, ne sono consapevole ma non ne vado fiero.
Questa volta però devo veramente scusarmi, perché quest'accozzaglia di assurdità, non ha nessun nesso razionale con le tematiche che si dovrebbero trattare, all'interno di una rivista seria qual'è Il Fedelissimo. Eppure nella mia non lucida follia, ho voluto trovare un seppur esile filo conduttore e cioè che tutti questi messaggi, li ho inseriti sui vari muri internet dei tifosi bianconeri (Sanprospero,Fedelissimi e Robur Alcool).
08-08-2001
Conoscevo Diabolik e Eva Kant da una vita, mai e poi mai mi sarei immaginato che avessero potuto rubarmi il Benellino 3 marce. Volevo illudermi che non fossero stati loro, mentre tutti mi dicevano: “guarda che sono caduti in disgrazia rubano anche i panni stesi dalle terrazze”. Ma come poteva essere? Chiamai l'ispettore Ginko a casa,mi rispose sua moglie Altea dicendomi che suo marito era impegnato in una pericolosissima operazione di rastrellamento. Anch'essa comunque mi confermò, che i due miei ex amici navigavano in bruttissime acque da quando avevano preso una maxi-multa, per essere entrati senza permesso nella ZTL cittadina.
Il telepass li aveva impietosamente incastrati. E pensare che stavano per effettuare un colpo da manuale: portare via a rimorchio, proprio da sotto casa del proprietario, una bancarella di souvenirs di quelle che stazionano in Piazza del Campo. Ma egli abitava dentro le mura e l'accesso era vietato ai non residenti. Decisero di rischiare e questo fu l'inizio della fine. Ma un Benellino era veramente troppo. Non sporsi denuncia e comprai un Issimo nuovo fiammante.
25-04-2002
E vennero i primi campionati del mondo. Alla fase finale parteciparono il Neanderthal, l' Abu Simbel, il Macchiu Picchiu, lo Stone Ange, il Chichen Itza, il Tarquinia, l'Isola di Pasqua e il Betlemme. I campi erano in discesa con il fondo di quarzo libanese, i tempi di quattro clessidre giganti e il pallone di pietra fluviale nord americana. La prima fase vide accoppiate:
Girone1 Macchiu Picchiu, Chichen Itza, Betlemme, Tarquinia.
Girone2 Neanderthal, Abu Simbel, Isola di Pasqua, Stone Ange.
Superarono il turno il Betlemme con le reti determinanti del centravanti Zaccheo e il Tarquinia con il capocannoniere Ascanio Etrusco. Nell'altro raggruppamento invece, ci fu molto equilibrio ed accedettero alla fase successiva lo Stone Ange e l'Abu Simbel, che schierava due giocatori del calibro di Ramses detto il Maradona del mesozoico e la terribile ala sinistra Totomosi III. La partita Neanderthal- Abu Simbel venne sospesa per 2 anni e 7 mesi a causa delle intemperanze delle opposte fazioni, con lancio di clave e mandibole di mammuth da una parte e di obelischi dall'altra. Dopo i gironi eliminatori il torneo fu interrotto a causa del diluvio universale che rese quasi tutti i campi impraticabili.
15-10-2002
Nelle viscere della terra aveva vissuto per milioni di anni, un invertebrato cattivissimo di nome Mariostiaffosauro. Intrappolato da fiumi di magma incandescente e soffioni boraciferi maleodoranti, trascorreva il suo tempo cercando di scavare un tunnel che lo potesse condurre in superficie, in modo da distruggere tutte le persone che non la pensavano come lui. Dotato di una groppa possente riusciva ad avanzare anche di alcuni km al giorno, ma dovendo procedere alla cieca, spesso sbagliava direzione, trovandosi ora in abissi oceanici, ora in canali vulcanici da cui era meglio tenersi alla larga. Ma egli non si fermava mai e un bel giorno guidato da una talpa terrorizzata, imboccò una caverna da cui scaturì un getto di vapore violentissimo, che lo proiettò dentro una centrale Enel del Larderello. Appena fuori, picchiò due operai e un production manager, poi si diresse con fare minaccioso verso il guardiano, lo prese per il bavero della camicia e gli disse: “ in che serie è il Siena, e chi cazzo è questo Pirozzi”. L'uomo non lo sapeva, ma pur di avere salva la vita gli rispose:” in serie B, ma quel tizio non lo conosco”. Mariostiaffosauro si sentì leggero come una piuma alla notizia che la sua amata squadra di calcio esisteva ancora e decise di recarsi nella sua città. Doveva procurarsi un mezzo. Inizialmente cercò di spiegare le sue ragioni ad alcuni automobilisti, ma visto che nessuno voleva aiutarlo, uccise un autotrasportatore che aveva osato sorridere alla sua richiesta. Una volta in città, decise di aprire un ufficio di consulenze legali che chiamo “Il Grattacielo Inc.”, inventando tra l'altro il modulo famoso in tutto il mondo occidentale denominato “Constatazione Amichevole Di Incidente Automobilistico”. Ma il suo fine era quello di vedere la Robur in serie A e perciò assunse la guida degli spettatori. Dopo aver processato ed incarcerato svariate centinaia di contestatori cronici ed aver bruciato interi pullman di supporters avversari, si pentì e divenne buono, ancora oggi vive sotto la panchina degli ospiti, ma non li mangia più.

sabato 17 maggio 2014

filuferru

Da giorni versava in condizioni disperate. I parenti ormai avevano perso ogni speranza di poterlo riabbracciare. Coma etilico di 6° grado della scala Muller Thurgau. Lui, Iglesias Cannonau, sardo d.o.c.g., originario di  Alcolidas nell'Ogliastra, noto imprenditore agricolo, famoso soprattutto per la produzione selezionata di uvetta passita e anacardi umettati, questi ultimi esportati in tutto il mondo sotto sviluppato. Il racconto della serata: dopo aver finito di lavorare, verso le 18.00, Iglesias, come ogni giorno, era rientrato nella propria abitazione, una palafitta dell'era arenaria posta sopra ad una sorgente solfurea, per prepararsi ad uscire. Doccia a secco, barba con la pattada del trisavolo Lucianeddu De Mores e depilazione pettorale per osmosi con nafta  senza benzene. Verso le 20.00 a bordo del suo Ancillotti 48 cc., si era recato al Bar Filuferru per il solito giro di aperitivi. Caso volle che dentro al caffè fosse ad attenderlo l'amico Aggius Berchidda, celebre bevitore e grandissimo frequentatore di locali a luci rosse. Da quanto riferito dal gestore del negozio i due, dopo 15 minuti filati di saluti,  iniziano a bere smodatamente. Intorno alle 23.15 escono completamente nudi e, poco tempo dopo, vengono  avvistati al vicino Pub Ovodda in Viale Oveddu. Qui, dal resoconto sommario di due scambisti cinesi presenti, i due si sarebbero appartati in una camera al piano superiore con una signorina a pagamento conosciuta in arte come Mallena Mulas. La donna dopo circa trentacinque minuti era scesa correndo, tutta struffata e visibilmente scossa. Il suo fidanzato, che intanto era arrivato per controllare gli affari, vista la ragazza così impaurita aveva prontamente chiamato in appoggio gli amici del Circolo Ricreativo Argiolas di Piazza Naneddu. Di li a breve, sarebbe scaturita una collutazione importante con offese pesanti verso madri e parenti stretti. Usciti miracolosamente incolumi dalla situazione, si sarebbero rivestiti indossando dei gatti vivi legati con dello spago da cucina ed avrebbero continuato imperterriti a bere, fino all'epilogo, quando Iglesias in preda ad un delirio di onnipotenza,  avrebbe tracannato un bottiglione di Corbezzolo, invocando la visione della Madonna di Czestochowa prima di cadere a terra in coma irreversibile.

venerdì 16 maggio 2014

occhi sgranati

Il mondo per lui si era fermato a Woodstock. Di indole ribelle,  parlava sovente di argomenti astratti abusando di cioè. Amava vestirsi floreale e credeva ciecamente sia nell'aria che nei ruscelli. Per questo fin da piccolo aveva imparato a lavorare la terra, ancora prima di andare a scuola. Con il tempo poi, era riuscito a creare un piccolo orto in cui coltivava ortaggi e canapa indiana a basso contenuto di anidride carbonica. Con il ricavato della vendita dei suoi prodotti, a soli 11 anni poté acquistare un long playing di musica psichedelica e un ciloom vintage appartenuto all'oracolo di Omaha. Il ragazzo passava intere giornate nel suo giardino in assoluta solitudine . Abraso dal sole cuocente, fumava marijuana pretta e poi si stendeva per ore nell'erba a fantasticare. Si immaginava completamente nudo a correre libero per la sua città senza che  nessuno lo guardasse scandalizzato, perchè tutti erano nudi come lui. Arrivò il tempo della scuola. Chiuso in quelle quattro mura grigie e monotone si sentiva in gabbia, condannato ad un'esistenza grama e non voluta. Fu allora che scoprì le pasticche per la cura degli schizzofrenici. La prima che prese ebbe un effetto incredibile. Per quarantotto ore filate, riuscì con facilità a mangiare costoleccio di maiale e fegatelli senza sosta, usando posate di plastica e potendo bere solo spuma bionda sgassata. Dopo questa soddisfacente esperienza divenne un forsennato ingurgitatore di pillole. In pochi anni il suo stato peggiorò talmente tanto che si trasformò in un molestatore di nonne.  Venne arrestato varie volte, perchè colto in fragrante con la mano serrata sulle mele delle povere ed incredule vecchiette. Non provò mai vergogna ne rimorso. Interrogato più volte, ripeteva sempre di avvertire uno stimolo irrefrenabile verso la demenza senile e la marcata incontinenza. Venne rinchiuso spesso e volentieri in quelli che allora si chiamavano manicomi, ma riuscì sempre, in un modo o nell'altro, a svignarsela. Durante un periodo di latitanza, mentre faceva dell'autostop,  conobbe una coppia di hippies giovani e disinibiti. Con essi, a bordo di una vespa ET3 arrivò fino a Katmandu  prima di fondere il mezzo. Visse per due anni nella capitale del Nepal in condizioni di indigenza. Tornato a casa, assieme ad una banda di pacifisti ignudi, partì per il concerto di Woodstock Al trentaduesimo trip rimase con lo sguardo fisso verso il palco per la durata completa dello spettacolo, prima di essere prelevato, in posizione arcuata, dalla polizia locale ed essere gettato in una foiba del Gran Canyon.

mercoledì 14 maggio 2014

siena reggina le interviste dagli spogliatoi

Dal Franchi ancora  non riqualificato:

Marijo Beretta:

Qui, fino a pochi giorni fa non si beveva più niente ed è per questo, a mio modo di pensare, che tardavano i risultati. Ieri ho interrotto questa specie di punizione salutista e ho aperto di nuovo le porte del bar. Fortunatamente  i ragazzi, anche se di poco, sono tutti sopra i sedici anni e non ci sono problemi di legge. Quando sento le cattiverie secondo le quali abbiamo smesso di giocare nel momento in cui il presidente ha annunciato che non ci avrebbe pagato, non sono assolutamente d'accordo e lo ribadisco con forza. Noi non siamo mercenari e l'unica cosa che non ci manca è la volontà e la detereminazione. A questo proposito in occasione dell'ultima partita casalinga con il Padova, per coinvolgere tutti, arriveremo a bordo di una spazzatrice cabrio e stapperemo prosecco a iosa per tutti i tifosi che ci seguiranno fino allo stadio. Come gli inglesi, anzi meglio.

Lillo Foti:

Quella di stasera è stata una partita decisa dagli episodi. Noi, in questa fase del campionato, stiamo cercando di valorizzare i giovani e penso che ci stiamo riuscendo. Il Siena? Mah, mi sono stupito perchè in tribuna non erano nemmeno state pulite le poltroncine ed erano piene di quella salsedine che nei vestiti non si smacchia neppure a 90°. Per sopperire a questo inconveniente mi sono fatto rivestire il seggiolino con dell'alcantara maculata, che ho pagato di tasca al tappezziere.

Paulo Roberto Inventao

Jo no soi un ectoplasma, existo e diclaro de avai intensao do acuisir la masgiorianza do los quote do los A.C. Siena. La mj profexion està vender il vinho sfusao a Sao Paulo e ne los ritaglj do tiempo, arrodondo los stipiendio rigenerando los tacchetti usati de los escarpe da calcio. Ai anco un fondao a Brasilia e uno scantinado en fase de ristrutturao a Rio de Janeiro. Per cho, se los presidiente bolzo Mezzaroma voj vender la sociedad, jo soi  pronto a trattar.


lunedì 12 maggio 2014

amarcord fedelissimo campionato 2002-2003


  FEDELISSIMO N.7 DEL 24-11-02 SIENA-SAMPDORIA
COSE A CASO di Simone Taddei

RAZZA SAN PROSPERO: I FATTI CHE HANNO CREATO UNA MANICATA DI DEMENTI

Calogero Coviello nella sua celebre autobiografia:” Sen Prospere è stete fèndéte se en chélle molte fertile, tette e ebitante erene chentente e leggiadre e se facevene grossissime seghe a dee menee”.
San Prospero si formò morfologicamente nell'era fotozoica, quando per effetto del calore che si sprigionava dai locali del coiffeur “La Villetta”, provocato dalle fonature eseguite all'interno di esso, i ghiacci che fino ad allora avevano ricoperto la città, iniziarono lentamente, ma inesorabilmente a ritirarsi, consentendo così agli addetti comunali, la ripresa della cura maniacale dei giardini della Rimembranza.
Alla scomparsa della brina,venne immediatamente realizzata, senza progetto ma di imbracciatura, la famosa fontana di origine sulfurea (oggi non più), attorno alla quale si svilupparono delle terme elegantissime, frequentate non solo da senesi ma anche da illustri personaggi stranieri, come il Faraone Forforosi IV, i due fratelli siamesi Tigri ed Eufrate e l'ingegnere peruviano Luca di Montezuma. Gli abitanti del quartiere, per cause ancora oggi a noi sconosciute, godevano di una longevità impressionante, abbinata ad una elevata forza fisica, derivante questa dal cospicuo numero di palestre presenti nella zona. Tali caratteristiche risultarono determinanti nella resistenza opposta ai terribili conquistadores del Petriccio, che nella preistoria picchiavano chiunque osasse guardarli male.Dopo i fasti dell'era sopra descritta, il quartiere conobbe un lungo periodo di decadenza, legato principalmente all'invenzione dei sensi unici e all'istituzione dei divieti di sosta, ad ore assurde, per spezzamento meccanico settimanale della sede stradale.
Centinaia di contravvenzioni misero in ginocchio la popolazione, la quale superando alcuni secoli di sbandamento, memore delle proprie antiche vestigia, reagì militarmente ai soprusi.
L'8 Giugno 113 d.c., dopo tre settimane caratterizzate da scontri durissimi, San Prospero conquistò i Bagni di Viale Curtatone e il laghetto del cigno Romeo alla Lizza.
Dagli appunti rinvenuti nella casa del celebre cronista Ranieri Bartaluccio, siamo venuti a conoscenza che i rivoltosi guidati dai commessi del supermercato Sma e dal famoso condottiero Febo detto “l'Auricino”, sovvertirono l'ordine sociale a loro ingiustamente imposto.
In cambio della restituzione dei territori citati, i sanprosperini ottennero il permesso di limitare al massimo, entro i confini del quartiere, lo sviluppo della gioventù, sia allontanando le coppie giovani motivate ad avere figli, sia decretando la chiusura serale di bar e circoli e comunque tutti i locali atti direttamente o indirettamente al divertimento, entro e non oltre le 20.00 serali con possibilità facoltativa ma vivamente consigliata, di serrare le saracinesche anche all'ora di pranzo dalle 13.00 alle 15.00 pomeridiane. A causa di ciò, per quasi duemila anni solo pochissimi bambini hanno avuto la fortuna di giocare per le strade del quartiere e chi vi è riuscito ha dovuto lottare contro un'ostilità radicata, fatta di divieti, fondamentalismi senili e attraversamenti pedonali non rispettati

domenica 11 maggio 2014

Rapa Nui

Accettò quel trasferimento piuttosto singolare, senza alcuna rimostranza. Cassiere scelto del Monte dei Paschi sull'isola di Pasqua. Non avendo famiglia, amici e neppure affetti immaginari, accettò l'incarico con entusiasmo. Appena  giunse a Rapa Nui, vide, per la prima volta nella sua vita,  l'Oceano Pacifico traboccante di cavalloni maestosi. Un vento incessante gli spazzolava di continuo i capelli, rovinandogli la pettunatura emo all'ultimo grido, realizzata poco prima della partenza con lo scopo di rendersi interessante e magnetico allo sguardo altrui. Una delegazione di Rapanuiti contenti, appena sbarcato dall'aereo, lo portò in trionfo per 48 ore filate senza mai fermarsi. Durante il tour vennero accesi 16 bengala, 165 raudi antichi  e fu ucciso, come sacrificio verso gli dei, un cormorano anemico vergine. Non venne fatto scendere neppure per espletare i suoi sacrosanti bisogni fisiologici, che dovette portarsi appresso due interi giorni. L'agenzia della banca dove  prese servizio alcune settimane dopo, progettata dal Gran Mogol  e realizzata scrupolosamente da una squadra di oltre cento cottimisti tutti appartenenti alle Giovani Marmotte del mare, si trovava a circa 100 mt. dalle caratteristiche facce di pietra, in lingua rapanita i Moai. Fin dal primo giorno di lavoro ebbe sempre la netta sensazione di sentirsi gli occhi puntati sulla schiena. Per vivere quotidianamente, data la primitività del luogo e degli abitanti, doveva procurarsi il cibo da solo. Non esisteva nell'intera isola una bottega di alcun genere e neppure una macchina automatica per fototessera. Quindi, ogni giorno, al mattino forgiava nel crogiuolo le monete indispensabili per cambiare gli assegni intarsiati dei clienti, mentre nel pomeriggio si procacciava il fabbisogno necerssario alla sua sopravvivenza. Nella stagione delle piogge, ad esempio, pescava dalla finestra del suo ufficio, con canna fissa e campanello in modo da essere avvertito dell'abbocco di un succulento pescecane. Nella stagione monsonica invece, spesso praticava un'apertura nel soffitto, allargando semplicemente le frasche e sparava impietosamente ai poveri pellicani diretti verso le colonne di Ercole, in cerca d'accoppiamento. Nel tempo libero invece, tentava, mediante un'enorme radio a valvole, recuperata in fondo al mare da un sottomarino giapponese mai riemerso, di captare le frequenze di Radio Radicale. Purtroppo questo fu un sogno mai realizzato, perchè riuscì solo ed esclusivamente a sintonizzarsi su Radio Maria  e sporadicamente, nelle giornate di bonaccia,  su Radio Subasio. Visse felice per il resto della vita e non tornò mai più in occidente.

venerdì 9 maggio 2014

amarcord Fedelissimo anno 2002-2003


FEDELISSIMO N.4 DEL 19-10-02 SIENA-BARI
COSE A CASO di Simone Taddei
Intervista tutta inventata al mi' cugino Rodrigo Ferrante Taddei
Dove sei nato
Sgio' soi nato a San Prospero, ma datao che u' Mori sfrado' de casa la me famiia, siamo dovuti emigrar in do Brasil pur trovare un affittaugiu normale
Ricordi di Siena
Scerto di ricuerdi sgio' ne tengo muy, la cerbottana con lo stuccaigiu, le scarpe da sginnatica Mecap, il Paris Bar, i corolli del fornetto de' Galletta, la publicitad “Bulova l'orologio dell'era spaziale”.
Il Brasile
In do Brasil ho dovuto travaiar como meganico de bicicletas por poterme alimentar como todo i ragasini, poi doppo soi stato adocchiato da un osservatorou de futbol, chi il s'è fortemente enamorado de migo.
Questo senor, però il era omosessual y feticista ed alor me patre una serao gle rifilò du' stiaffao e un par de pedatao nelle renao. comunquagi sgiocavo muy bien ed alora me ingaggiò una formazion de Rio estremamente grandiosa, l'Atletico Atlantigaugiu.
Poi
Ero specato pur sgiocar a sette senza fuorisgiuocu e a forsa de inviar curriculum me prese el Palmeiras.
Parlami del Palmeiras
Al Palmeiras se stava come ragnau, l'unica disgrasia era chi c'era sempre, ma sempre, l'ombra ed eravamu todos blanchi come cenciao. Sgio' prendevo un montao de rafredori y tonsille engrosade e perciò me matre me disse de trovarme un posto più caudo.
Ecco il Siena
Por combinasion en una tratoria de Rio, un ombre sgigante chi mangiava, parlando con el cuoco il disse chi era en brasil per reclutar qualche sgiocator. Esso de nome faceva Nelson e de cognome Ricci ed era du Siena dove Sgio' soi nato. E così soy arivado.
Come ti trovi
Me trovo muy benissimo, me zi' Oretta me cucina todo i giorni la faraona y patate abrostolitas, sgio' ritrovao todo los amigos ed in più non ai lo sfrado como da piccolao.
Cosa vuoi dire ai tifosi
De Taddei ve ricorderete.

giovedì 8 maggio 2014

Mangia d'Oro 2014

Dopo il recente fatto, per dare un segnale forte e concreto, ecco in anteprima provinciale, solo per il nostro quartiere, le nuove nomination del Comune di Siena per il prossimo Mangia d'Oro 2014. Vista la difficile situazione della città, le candidature sono tutte extra moenia. Al merito: Donato Bilancia, Unabomber, Ivan Bogdanov. Categoria alla memoria: Josef Mengele. Sportivi: Carlos Monzon.

Wow

domiciliari per Ferdy 'O'Malvagio

Femen

Rivide sua madre nelle fattezze di quella splendida ragazza e se ne innamorò all'istante. Purtroppo  in giovane età era rimasto solo e aveva cercato tale figura in ogni dove. Dopo tanti anni di assidue indagini, l'aveva scovata per caso. Non poteva lasciarsela sfuggire per nulla al mondo. Assorto in tali pensieri, quasi si dimenticò di seguirla. Fortuna volle che con la coda dell'occhio notò che stava salendo su di un pullman. Con tutta probabilità quindi era una pendolare e prendeva il mezzo ogni giorno a tale ora per far ritorno a casa. E se fosse stata sposata o felicemente fidanzata? Cancellò questo pensiero funesto. Inforcò la moto e si mise al seguito del bus. Percorse, con pochissime soste, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bielorussia, Lituania, Estonia, Russia, Finlandia, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Olanda, Belgio, Francia, Spagna e Portogallo con capolinea al Museo dell'Elettricità di Lisbona. Stremato dal viaggio, dalla polvere, dall'aver trovato circa diciassette situazioni climatiche diverse, dall'aver passato quaranta giorni ininterrotti in sella senza quasi dormire e mangiando solo Camogli o insaccati tipici dop, docg, igp, agip, inam, doc e irpef, non si accorse di un filo sbucciato sopra al marciapiede e prese una scossa tremenda. A seguito dello sbalzo di tensione che attraversò il suo corpo, gli uscirono delle emorroidi di natura mistica. Urlò di dolore. La giovane intanto scese dalla portiera anteriore. Con le natiche alla massima forza di serraggio cercò di inseguirla, ma non riusciva a procedere speditamente. La perse nella folla. Cercò una farmacia e acquistò un secchio di Preparazione H. Niente, nessun risultato. Si immerse in una vasca di ghiaccio molecolare. Peggio. Giocò l'ultima carta, quella di uno sciamano albino, rinomato in tutto il paese per i suoi poteri terapeutici. Prese l'appuntamento chiamando un numero telefonico volatile. Prima di incontrare il guaritore, dovette superare alcune prove di coraggio, di abilità e dimostrare di essere libero e privo di colesterolo cattivo. Espletate tali formalità, non senza strascichi, fu invitato ad accomodarsi all'interno di un armadio a sette ante di legno massello. Dopo alcuni interminabili minuti di attesa si manifestò, da un cassetto, lo sciamano allo stato gassoso. Gli disse di togliersi i boxer e di piegare il busto in avanti. Intimorito esaudì la richiesta. Un senso di fresco lo invase e poi sentì un tonfo sordo. Il male era caduto a terra. Uscì a razzo dal guardaroba e si rimise in cerca della sua principessa. Pochi giorni dopo scoprì che era una nota esponente delle Femen. Pensò che fosse lesbica e tornò indietro a cavallo.

mercoledì 7 maggio 2014

il mostro tortello

Il bosco si faceva sempre più fitto. Dopo otto ore filate di cammino, iniziò a preoccuparsi. Forse si era perso. In più, stava scendendo l'oscurità. Decise di costruirsi un riparo per la notte. Estirpò una quercia e la capovolse, poi la recintò con delle foglie secche e ribes. Scavò, tutto attorno al recinto, un fossato profondo quindici metri per difendersi dalle bestie affamate. Calarono le tenebre. Un'upupa planò sul rifugio e poi iniziò una danza sinuosa per trovare velocemente una compagna anche occasionale. Il rumore era insopportabile. Si gettò dentro la chioma della pianta per cercare riposo, ma con quella confusione, prendere sonno era un 'utopia comunista. Con un guizzo felino afferrò l'upupa per una zampa e la strangolò senza pietà. Gli striduli del povero volatile attirarono molti altri pennuti. La tensione, quando questi si accorsero del misfatto, era papabile e, per riportare la calma, l'uomo tirò fuori dallo zaino uno specchio. L'espediente sorbì l'effetto sperato. Gli uccelli si zittirono ed iniziarono a rimirarsi, alcuni si pitturarono il becco, altri inalarono il popper e caddero a terra estasiati e contenti. Si addormentò. Sfinito, anche di cervello, durante il sonno con la mente svariò dalla battaglia delle Termopili, al rave di Cusago, passando dalla Liegi-Bastogne-Liegi e infine alla conquista del K2. Dopo circa tre ore di sonno profondo, fu bruscamente svegliato da un ruggito. Scostò alcuni rami che gli si erano conficcati nelle costole per vedere cosa avesse davanti. Si paventò un mostro mai visto, un'animale sconosciuto anche agli studiosi. Sei zampe tutte diverse tra loro, testa gigante di forma ellittica,  bocca spaventosa decorata da tre file di denti, un solo occhio e nessun tipo di naso. Sulla schiena si stagliava una pinna da squalo fucsia e la coda non era attaccata al corpo, ma costituiva una parte a se stante. Spalancando le fauci alla massima apertura emetteva un verso sinistro, gutturale, che paralizzava dal terrore il malcapitato che si trovava di fronte. Così successe. Si vide esanime in bocca alla bestia. Poi si ricordò di avere in tasca dei chewing-gum all'ossobuco. Fischiò fortissimo e poi lanciò una gomma americana alla creatura spaventosa. Questa annusò l'incarto, poi alzò una zampa per ringraziamento ed iniziò a masticare. Non avendo mai provato niente di simile, iniziò a cinguettare e sculettare vistosamente. La scena venne notata da un branco di elefanti razzisti. Venne preso di forza e sodomizzato da ogni componente. Divenne un mostro aggraziato, a cui tutti gli animali del bosco si rivolgevano per avere consigli di cuore e di stile.

martedì 6 maggio 2014

Wilson

Seduto nella sua minuscola cella, iniziò a pensare su come poter evadere da quel maledetto carcere di massima sicurezza, molto riduttivo per la sua  personalità. Amava la natura e l'aria fresca, perciò dentro a quella stamberga cupa e triste si sentiva morire dentro. Condannato a 14 anni di reclusione per associazione a delinquere senza alcuno scopo, con il solo riconoscimento delle attenuanti generiche, aveva già trascorso metà della pena senza proferire, in segno di protesta, parola con nessuno. Come nel film "Cast away", il suo unico interlocutore era un pallone da pallavolo, cui aveva pitturato una rudimentale faccia e che aveva chiamato Wilson dalla la marca del produttore. Con Wilson disquisiva di tutto. Un giorno gli aveva addirittura confidato di essere bisessuale e feticista folk. La reclusione forzata però lo stava pian piano uccidendo dentro. Doveva assolutamente reagire. Dopo aver riflettuto a lungo, si fece comprare, corrompendo un secondino a tempo determinato, un martello pneumatico ed un mini-escavatore schizzofrenico  e li mimetizzò perfettamente, pitturandoli con lo stesso colore delle pareti. Iniziò a fantasticare sulla libertà. Si vide con i capelli mesciati a bere long-drink oppure , munito di tuta alare di ultima generazione, gettarsi senza paura da ogni genere di precipizio. Si accorse che traccheggiava, prendeva tempo per non agire, frenato forse dal timore di veder fallire il piano. Si impose di reagire e finalmente decise di tentare la fuga durante le feste natalizie per dare meno nell'occhio. Il giorno stabilito, per attutire il rumore, accese la radio a tutto volume e con del semplice nastro adesivo riuscì a tenere premuto il bottone dello sciacquone, in modo da farlo scaricare continuamente. Azionò il martello ed in pochi secondi sfondò il muro. A questo punto, carico come una gabbia di Faraday, salì sul mini-escavatore e sbriciolò la parete che però era portante. L'edificio si sbriciolò all'istante. Da una spessa coltre di polvere, uscirono all'impazzata centinaia di galeotti, terrorizzati ma entusiasti. In poche ore nelle immediate vicinanze del carcere si registrarono 18 stupri, moltid ei quali ai danni di ultra-ottantenni, 4 rapine a mano armata e ben 38 vassoi di bomboloni con la crema spariti nel nulla.

lunedì 5 maggio 2014

la richiesta

Lo speaker stava leggendo le formazioni. Nonostante il frastuono infernale dei tifosi, rimase concentrato. Appena udì il nome di suo figlio scattò in pedi, impugnò il kalashnikov e smitragliò in aria per due lunghissimi minuti. Terminate le munizioni,  rivolse di nuovo lo sguardo verso lo stadio e vide, con stupore, circa 65.000 persone sdraiate a terra con le mani sopra alla testa. Un silenzio di tomba avvolgeva l'impianto. Pensò che fossero impazziti tutti nello stesso momento, anche se gli sembrò quantomeno strano. Prima di poter elaborare una risposta plausibile,  si sentì afferrare da due energumeni vestiti di eco-pelle con dei passamontagna a coprirne il volto. L'arma schizzò nei seggiolini sottostanti. Non intuiva chi fossero e cosa potessero volere da lui quei due facinorosi. Usando le sue cognizioni avanzate di escapologia, in un nano-secondo riuscì, senza fatica, a sottrarsi alla presa. Poi, avvalendosi delle sue doti atletiche non indifferenti, balzando di posto in posto come un giovane cerbiatto, si indirizzò verso l'uscita del settore. Raggiunta la scala di sfollamento, quando credeva di essere fuori pericolo, un cecchino appostato sopra ad un'altana della gradinata, gli sparò un colpo centrandolo in pieno addome. L'eco dello sparò destò gli spettatori che si rialzarono da terra attoniti. Il proiettile gli perforò la gabbia toracica, ma fortunatamente non intaccò organi vitali. Approfittò del caos generale per ricucirsi la ferita sia davanti che dietro. Usando dei pezzi di acciaio temprato, che ricavò rompendo delle transenne, costruì in pochi secondi un rudimentale ma efficace bazooka. Con il plexiglas delle protezioni invece fabbricò una specie di fortino antiproiettile e,  indietreggiando astutamente, riuscì a conquistare una postazione televisiva in posizione privilegiata. Mediante un blitz fulmineo prese in ostaggio settantaquattro stewart vestiti fosforescnti, che usò come scudi umani ammassandoli uno sopra l'altro, come sacchi di sabbia per le esondazioni. Lo stadio venne fatto evacuare. Una volta  completata questa delicatissima operazione,  le forze dell'ordine  in assetto anti-sommossa si schierarono pronti all'attacco. Lo spettro di una strage d'innocenti però ritardava le operazioni. Il fuggitivo allora approfittò della situazione e, tramite sms, inviò al capo della polizia le sue condizioni di resa. Chiedeva il ripristino della segatura davanti alla porta, l'abolizione delle scarpe colorate dei giocatori, il ritorno alla numerazione dall'uno all'undici per i titolari e la cancellazione del fuorigioco, così che le squadre potessero allungarsi con la possibilità di rivedere finalmente qualche giocata tecnica. A questa richiesta infausta, i vertici del potere ordinarono l'attacco senza alcuno scrupolo. Fu una carneficina.

domenica 4 maggio 2014

siena modena le interviste dagli spogliatoi

dal Franchi ancora non riqualificato

Marijo Beretta

Ancora una volta perdiamo demeritatamente. Oggi abbiamo sicuramente disputato il miglior primo tempo della stagione e proprio in questa frazione siamo stati puniti su calcio piazzato. Dopo aver fallito parecchie occasioni da goal, siamo rientrati negli spogliatoi, ma non c'era la luce e l'acqua corrente. Ci siamo confrontati al buio. Ho sentito l'arbitro che è inciampato in una sedia e ho capito che era seccato. Al rientro in campo, per niente scoraggiati, abbiamo ripreso il forcing e il direttore di gara, sempre risentito per l'episodio precedente, ci ha annullato, per ripicca, una rete regolare di Giacomazzi. Sul ribaltamento di fronte, come spesso succede, il Modena ci ha affondato e poi addirittura bissato con il 3-0. Meno male che Valerio ha siglato il gol della bandiera, anche in nome di quei tifosi che ci seguono e sostengono sempre. Poi, a forza di telefonare, il fornitore ci ha anche riallacciato il metano per fare la doccia, non tanto per noi, quanto per gli avversari che dovevano tornare a casa non prima di tre ore. Vorrei ribadire a tutti che noi non molliamo di un millimetro. Se il campo di Colle lo chiuderanno, poco male, ci alleniamo nel parcheggio degli impanti sportivi all'Acqua Calda o in Fortezza nel breccino  Gradirei però che la squadra fosse tenuta fuori dalla pressione sulla promozione in serie A come unica ancora di salvezza della società, perchè non lo ritengo assolutamente giusto e corretto. Sabato prossimo andiamo a Pescara con lo scuolabus che ci ha gentilmente offerto il sindaco, basta rimetterci la nafta e riportarlo entro lunedì mattina alle 7.00.

Aleijandro Piazzi amministratore delegato Estra

Questa volta ed è l'ultima, ho acconsentito a riprendere la fornitura di metano allo stadio Franchi solo perchè i giocatori se lo meritano. Sono due anni che non viene pagata una bolletta del gas e tutte le volte con una scusa diversa sempre più campata in aria. Lo dico pubblicamente, o saldano o mettono lo scalbabagno.

Einz Piersimoni S.A.P. autonoleggi

Il pullman? Prima lo vendo a pezzi ai coreani o sud-vietnamiti.













venerdì 2 maggio 2014

amarcord: fedelissimo anno 2002-2003

    FEDELISSIMO N.3 DEL 05-10-02 SIENA-VICENZA
COSE A CASO di Simone Taddei


A causa del buco dell'ozono e non del culo, l'aria sulla terra divenne irrespirabile, uscire all'aperto era come pedalare in bicicletta dietro un pullman del Tra.In. Sei mesi l'anno pioveva a dirotto, sei mesi sole a picco, per questo erano stati licenziati tutti i colonnelli dell'aeronautica addetti alle previsioni, sbugiardati quelli che al cambio del tempo dicevano di sentire male alle ossa ed infine era inevitabilmente crollato il mercato delle piante grasse. Tale situazione influiva negativamente nel sistema nervoso delle persone, per cui non era raro che qualche automobilista esasperato dalle continue file ai semafori, si imbottisse di tritolo facendosi saltare in aria nel mezzo di un incrocio bloccato, oppure che fossero aggrediti ad esempio i venditori dell'herbalife o i ricercatori di firme per la droga, comunque tutti coloro che fermando la gente per strada dicevano:”scusa hai un minuto….”. Capitava frequentemente di vedere gente con 9 dita per mano o 4 paia di orecchie, cani alti 6 metri a cui piaceva il Petrus e non l'acqua, gorilla nani da appartamento che abitavano in foreste di bonsai, macchine con 3 sterzi e pedali sul cofano anteriore. Inevitabilmente anche il mondo del calcio aveva risentito di questo marasma generale. Innanzi tutto perché gli atleti dovevano giocare, per non morire, con bombola ad ossigeno e ombrello in testa. Nei campi durante il periodo delle piogge l'erba copriva quasi interamente i giocatori e gli spalti venivano costruiti sottovuoto, costringendo gli spettatori a galleggiare, per l'assenza di gravità come astronauti. La televisione continuava farla da padrona e per questo ogni calciatore era munito di telecamera e computer palmare, per digitare in diretta le sue impressioni su un'azione, un fallo, un goal ecc. Gli arbitri per maggiore spettacolarità erano autorizzati, in caso di espulsione, ad uccidere l'atleta scorretto e due familiari a lui più cari e in caso di calcio di rigore, nel punto della caduta doveva essere disegnata in terra con il gesso la sagoma del giocatore atterrato, affinché la polizia potesse eseguire tutti i rilevamenti del caso. Per i più malati, esisteva la possibilità di abbonarsi al satellite con la formula “full”, cioè seguire oltre ai match, anche gli allenamenti, le partitelle in famiglia della squadra del cuore ed essere collegati 24 ore su 24 con la casa del giocatore preferito. Gli incontri, per tenere più spettatori possibile incollati allo schermo, venivano giocati a sorpresa sia come giorno della settimana che come orario, il suono di Sunto a Siena ad esempio, precedeva di qualche minuto la gara per invitare i pochi irriducibili a recarsi allo stadio. Un biglietto costava come una casa alla Costarella, pesava 30 kg. essendo di marmo egiziano con dimensioni di 3 x 2 mt. , doveva essere conservato per tutta la partita pena l'arresto ed essere portato all'autorità competente, la cava di Pievescola, per lo smaltimento. Prima di entrare nel settore sottovuoto, era obbligatorio, onde evitare embolie, sostare per 15 minuti nella camera iperbarica e per eliminare possibili atteggiamenti aggressivi ingerire 12 pasticche di psicofarmaci da abbinare con un litro e mezzo di bromuro retard. I tifosi ospiti venivano sistemati in speciali gabbie in cui veniva trasmessa musica dodecafonica, interrotta ogni 10 minuti da aggiornamenti sulla viabilità e oroscopo del giorno. Tutto era perfetto, tutto era bellissimo.

contestazione

Per quanto può valere la posizione di un singolo, aderisco a pieno titolo alla presa di posizione dei Vecchi Ultras. Il bene del Siena, a mio parere, adesso passa attraverso la contestazione alla dirigenza bianconera ed al pieno sostegno alla squadra. Non è ammissibile una perdita di dignità così marcata. Nel momento del bisogno si accetta tutto, come poi succede in ogni altro contesto, dalla famiglia, al lavoro ecc., ma il minimo indispensabile occorre  sia garantito. Se gli accordi  con Beppino o altri, al momento dell'acquisizione della società erano diversi, non ha nessuna  importanza perche la proprietà è questa e questa deve rispondere. Credo che anche i fatti delle giovanili, di cui ho solo sentito parlare e non accertato di persona, per cui non entro nel merito, se veritieri , possono generare solo rabbia perchè, oltretutto, tirano in ballo anche le famiglie dei ragazzi e la loro vita quotidiana extra-calcistica. Non sono stato, non sono e probabilmente non sarò mai uno buono a contestare,  quindi anche se spero che durante la partita prevalga l'incitamento per la robur,  credo che a questo punto la linea critica sia doverosa. Mi scuso di avere usato questo blog per un argomento serio.

giovedì 1 maggio 2014

Gamma Style

Un imbarazzo profondo pervase la sala. Circa un migliaio di teste, si zittirono di colpo e simultaneamente si voltarono verso di lei. Capì che l'aveva combinata grossa. Enorme. Riprese fiato per un paio di secondi, poi si alzò dalla poltroncina e si avviò verso il palco. Improvvisamente il silenzio, come era iniziato cessò e si alzò un mormorio generale che le fece accapponare la pelle. Per non essere in quel luogo avrebbe regalato, senza pensarci, il duodeno, ma doveva, in ogni modo, prendersi la sua responsabilità ed affrontare quella folla. Era fondamentale  per lei calibrare esattamente ogni parola , perchè qualsiasi sbavatura del discorso, poteva innescare un'escalation di mattanza. Certo, per circa tre anni, era stata il genio della lampada. Imbrogliare tutte quelle persone, senza che nessuno, ma proprio nessuno dubitasse del suo operato, fu un capolavoro vero e proprio. Per capire bene ogni risvolto della faccenda, risulta però fondamentale fare un passo indietro per seguire l'intricata serie di avvenimenti che avevano portato a tale epilogo. Nasce da famiglia modesta, quasi indigente. Il padre dorme regolarmente in una cuccia abbandonata, mentre la madre è in affido a una cooperativa sociale con sede a Lugano. A 19  anni, termina brillantemente le scuole medie inferiori e rimane incinta. Il fidanzato è talmente orgoglioso di questo risultato scolastico che gli sottoscrive una polizza-vita e gli regala un Ape Cross da usarsi anche come passeggino. Il paradiso sembra a portata di mano, fino a che, una nefasta mattina, lo scopre a tradirla con la baby-sitter ivoriana della figlia primogenita. Matrimonio finito. L'ex-marito dopo la sentenza di separazione, vista la sostanziosa cifra che ogni mese deve elargire per il mantenimento, scappa immediatamente in Costa d'Avorio dove se ne perdono le tracce. Rimasta sola e senza lavoro, inizia ad ingegnarsi per sbarcare il lunario. Man mano che la figlia le lascia respiro, studia le regole della finanza e le applica al Monopli. Si accorge di essere brava, quando batte la veggente Cloris e il manager Tronchetti Provera, mettendo gli alberghi solo in Parco della Vittoria e Viale dei Giardini.  Questo successo  cambia radicalmente la sua vita. Elabora un sistema di truffa finanziaria di altissimo livello. Cioè vende titoli ed azioni di società estere che non esistono a personaggi facoltosi, ammaliandoli con prospettive documentate di grandi e rapidi guadagni. Emette certificati falsi e poi dopo averli venduti cash, sparisce dalla circolazione e si rifugia  per circa 8 mesi in un bunker sotterraneo, lasciato disabitato dagli alleati al termine della seconda guerra mondiale.Terminato il clamore, esce dal nascondiglio, si taglia e tinge i capelli e sotto nuove sembianze ricomincia il giochino. Il fato però le gioca un brutto scherzo. Un giorno mentre sta pulendo un corridoio, inciampa in una mina inesplosa, che l'aspiratore di 122.400 W, non riesce a risucchiare. Perde, a causa della violenta esplosione, una cataratta, ed entrambi i sopraccigli. Costretta ad uscire prematuramente all'aperto, cerca disperatamente un nouvo nascondiglio, ma viene subito prelevata da un creditore inferocito che la sta pedinando da mesi. Facendo incetta selvaggia di stimolanti, l'uomo ne abusa sessualmente per due mesi, onde parificare il danno economico subito, finchè, annoiato e scarico, organizza un raduno vendicativo con tutte le altre vittime della cricca. Quindi ricollegandosi all'inizio della nostra storia, la donna sale sul palco con passo deciso. Una volta davanti alla platea, estrae dal borsa un casco integrale da moto, lo indossa e intona, con voce ferma, il coro da stadio:"Merde siete e merde resterete". Dopo un comprensibile attimo di stordimento, i presenti come ipnotizzati, iniziano a ballare prima "Gamma style" e poi "El meneaito". Le danze durarono per due giorni senza sosta alcuna, finchè si percepì l'arrivo di un forte temporale e tutti se ne andarono a casa di fretta per non bagnarsi.