venerdì 30 maggio 2014

amarcord fedelissimo campionato 2003-2004

FEDELISSIMO N.16 DEL 19-04-03 SIENA TERNANA

Cose a caso di Simone Taddei

Alla prima edizione della Coppa dello Spazio nell’anno 2036 parteciparono 10 squadre, l’F.C. Nettuno, l’A.C. Venere, l’A&O Luna, l’ABS Marte, il TAEG Giove, l’U.S Saturno, l’Ayatollah Urano, il °C Mercurio, il *@+ Pluto e la S.S. Robur 1904.
La formula adottata, per non scontentare nessuno, fu un girone unico con 14 partite di andata senza interruzione e una di ritorno lunghissima.
Per la variegata natura dei team partecipanti non fu possibile stilare un regolamento unico.
Infatti i giocatori del Nettuno erano invisibili, su Marte, data la mancanza di acqua, era impossibile fare la doccia a fine gara, sulla Luna non si poteva iniziare prima che Branco avesse redatto l’oroscopo giornaliero, su Venere tutti si davano i bacini e nessuno voleva vincere, su Mercurio era un caldo da stiantare, su Saturno  gli atleti venivano continuamente attratti da un pianeta satellite e ritornavano al loro posto  solo dopo molti anni-luce,  Pluto brulicava di cani randagi,  il campo di Giove era attraversato da una strada a sterro trafficatissima, su Urano occorreva indossare maglie di piombo per proteggersi dalle radiazioni ed a Siena lo stadio era stato edificato, dopo una lunga diatriba politica, dentro casa di un certo Groppone.
Il campo dei bianconeri, proprio per questa sua peculiarità, fu inespugnabile, sia perché il padrone dell’abitazione teneva tutti in scacco minacciando di mangiare intere scodelle di pasta e fagioli, sia perché il custode dell’impianto, il famigerato Titti picchiava sempre gli ospiti durante la loro ricognizione pre-gara, rei , a suo modo di vedere, di sciupare le righe del rettangolo di gioco.
La partita si svolgeva su due piani, di solito si poteva fare anche merenda durante un’azione, a patto che per lo meno il pane fosse comprato dalla compagine in trasferta, era invece vietato l’uso del bagno dopo che  gli Urani approfittando della loro invisibilità, avevano pisciato volontariamente sulle mattonelle e dentro il contenitore dello scopino.
Prima di ogni match casalingo la casa veniva tirata a lucido, imbiancata e il bucato portato ad asciugare presso  una zia comprensiva e lungimirante.
I tifosi ospiti, sempre ben accetti, venivano sistemati, previa liofilizzazione per ridurne l’ingombro, nello sgabuzzino delle provviste attiguo allo studio, mentre ai locali erano riservati i divani, il tavolino da fumo e tutti i termosifoni.
L’ordine pubblico era garantito, oltre che da Titti, da un reparto speciale formato dal barista del 115, dal Trombe, da Nerino, dal prof. Colonna, da mamma Ebe e da Pasquale del Grande Fratello.
Per quanto riguarda i supporters senesi, essi, come al solito, si contraddistinsero per il loro grande attaccamento alla maglia bianconera, riuscendo a seguire la propria squadra su ogni pianeta della galassia, portando ovunque un grande esempio di sportività.
A tal riguardo, è doveroso ricordare un episodio che vide protagonista un grande tifoso della Robur , Aldo Brocchi.
Mentre era fermo con la sua astronave davanti ad un semaforo rosso adiacente allo stadio di Saturno, per ingannare l’attesa  iniziò a ricercare una frequenza radio terrestre, non accorgendosi che intanto era scattato il verde. Dopo alcuni istanti, un marziano locale che si trovava in fila dietro di lui, iniziò a suonare il clacson all’impazzata, per invitarlo a partire.
La situazione si stava facendo incandescente, in ragione anche della partita che entro breve tempo si sarebbe disputata. Aldo per niente turbato, con calma orientale scese dal mezzo, si avvicinò al finestrino dell’altro automobilista e gli disse testuali parole: “Oh bellino il clacson ti funziona, ora prova le frecce”.
Questo, come moltissimi altri episodi, dimostrarono la grande civiltà del popolo di Siena, che anche nel firmamento lasciò un segno tangibile della sua straordinaria storia di città cablata.

Nessun commento:

Posta un commento