domenica 11 maggio 2014

Rapa Nui

Accettò quel trasferimento piuttosto singolare, senza alcuna rimostranza. Cassiere scelto del Monte dei Paschi sull'isola di Pasqua. Non avendo famiglia, amici e neppure affetti immaginari, accettò l'incarico con entusiasmo. Appena  giunse a Rapa Nui, vide, per la prima volta nella sua vita,  l'Oceano Pacifico traboccante di cavalloni maestosi. Un vento incessante gli spazzolava di continuo i capelli, rovinandogli la pettunatura emo all'ultimo grido, realizzata poco prima della partenza con lo scopo di rendersi interessante e magnetico allo sguardo altrui. Una delegazione di Rapanuiti contenti, appena sbarcato dall'aereo, lo portò in trionfo per 48 ore filate senza mai fermarsi. Durante il tour vennero accesi 16 bengala, 165 raudi antichi  e fu ucciso, come sacrificio verso gli dei, un cormorano anemico vergine. Non venne fatto scendere neppure per espletare i suoi sacrosanti bisogni fisiologici, che dovette portarsi appresso due interi giorni. L'agenzia della banca dove  prese servizio alcune settimane dopo, progettata dal Gran Mogol  e realizzata scrupolosamente da una squadra di oltre cento cottimisti tutti appartenenti alle Giovani Marmotte del mare, si trovava a circa 100 mt. dalle caratteristiche facce di pietra, in lingua rapanita i Moai. Fin dal primo giorno di lavoro ebbe sempre la netta sensazione di sentirsi gli occhi puntati sulla schiena. Per vivere quotidianamente, data la primitività del luogo e degli abitanti, doveva procurarsi il cibo da solo. Non esisteva nell'intera isola una bottega di alcun genere e neppure una macchina automatica per fototessera. Quindi, ogni giorno, al mattino forgiava nel crogiuolo le monete indispensabili per cambiare gli assegni intarsiati dei clienti, mentre nel pomeriggio si procacciava il fabbisogno necerssario alla sua sopravvivenza. Nella stagione delle piogge, ad esempio, pescava dalla finestra del suo ufficio, con canna fissa e campanello in modo da essere avvertito dell'abbocco di un succulento pescecane. Nella stagione monsonica invece, spesso praticava un'apertura nel soffitto, allargando semplicemente le frasche e sparava impietosamente ai poveri pellicani diretti verso le colonne di Ercole, in cerca d'accoppiamento. Nel tempo libero invece, tentava, mediante un'enorme radio a valvole, recuperata in fondo al mare da un sottomarino giapponese mai riemerso, di captare le frequenze di Radio Radicale. Purtroppo questo fu un sogno mai realizzato, perchè riuscì solo ed esclusivamente a sintonizzarsi su Radio Maria  e sporadicamente, nelle giornate di bonaccia,  su Radio Subasio. Visse felice per il resto della vita e non tornò mai più in occidente.

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