mercoledì 30 aprile 2014

l'uomo lupo

La vide, mentre stava messaggiando con il telefono, fuori dal suo ristorante preferito "Peppe 'o friggituore". Capelli fluenti di colore nero corvino, occhi spessi, zigomi frastagliati e mento italico. Alta, quasi statuaria, pelle di alabastro e fisico da lottatrice greco-romana, con forme marcatamente eterogenee. Accese una sigaretta elettronica e l'aspirò avidamente, con tale fervore che la fuse. Alcune faippole roventi le caddero sulle mani. Moccolò ad alta voce e con convinzione. Una signora anziana che le era accanto, probabilmente molto religiosa e credente, la rimproverò severamente. Perse il lume della ragione. Come un cobra vietnamita le si avventò addosso. La prese per il collo, tentò di strangolarla e poi gli divelse un cartello stradale in testa. Dei passanti inorriditi chiamarono i soccorsi e tentarono di salvare la povera donna. Il chiasso assordante delle sirene la riportò alla ragione. Confusa e imbarazzata dal suo gesto violento, cercò di guardarsi attorno per uscire da quella situazione pesante. Le abbagliò con i fari della macchina e la invitò a salire a bordo. Capì che quella era l'unica via di fuga possibile, offertagli inoltre da un perfetto sconosciuto. Svicolò tra i numerosi curiosi che avevano formato un sostanzioso capannello ed entrò carponi nell'abitacolo. Appena fu  dentro, chiuse lo sportello con veemenza e partì a tutta velocità. Nessuno li inseguì. Guidò per tre giorni di seguito, passando per strade sterrate, vigne e sentieri di sottobosco, onde seminare ogni eventuale inseguitore. Finì' la benzina nel bel mezzo di un guado. Riuscirono ad uscire dal porta bagagli quasi per miracolo mentre il mezzo si inabissò di circa due metri e mezzo. Uscirono ansimando dall'acqua. Con i vestiti zuppi e aderenti al corpo, gli sembrò ancora più bella. Si notavano le forme sinuose ma sopratutto, a causa del freddo, le si vedevano chiaramente i capezzoli dei seni. Cercava con tutte le forze di guardare altrove, ma non ci riusciva. Dopo circa una buona mezz'ora di sguardo fisso, con nessuna forma d'intelligenza  apparente, gli dette uno sganassone per farlo riprendere. Dovevano agire al più presto per uscire velocemente da quel guaio. Niente. Nessuna reazione, era come ipnotizzato, posseduto da un demone delle mammelle. Decise di usare la terapia d'urto per rianimarlo. Si tolse il reggiseno e gli agitò le tette davanti al viso inespressivo, prima di scappare a tutta birra. Le scattò dietro come un varano di Komodo. La situazione stava precipitando, non si sarebbe mai aspettata una reazionè così istintiva e animalesca. Doveva correre per non essere presa e pensare ad una via d'uscita. Calò l'oscurità. Trovò rifugio in una grotta calcarea. Per tutta la notte lo sentì ululare. All'alba del giorno seguente, con il terrore negli occhi riprese la fuga. Dopo alcune ore di cammino raggiunse un casolare abitato. Era salva. Da quel giorno le leggende sull'uomo-lupo si moltiplicarono. Nessuno lo vide mai più, ma ad ogni latrato notturno tutti gli animali della zona impazzivano e si cimentavano in accoppiamenti selvaggi e poco attinenti alle loro specie.

La storia di Sanprospero: Alitosi MCM

Alla morte di Litigiosi IV, avvenuta per overdose di ricotta delattosata scaduta, il regno di Sanprospero passò nelle mani del supremo sacerdote Alitosi MCM. La  situazione al suo insediamento era a dir poco drammatica. Il suo predecessore aveva commesso abusi e scempi talmente grandi che ormai nel quartiere regnavano solo miseria e inedia. I poveri abitanti, depradati di ogni avere, si dovevano accontentare, per sbarcare il lunario, dell'esigua carità che proveniva loro dall'aggio sulle migliaia di multe che settimanalmente venivano comminate per lo spazzamento meccanico senza preavviso delle strade principali e secondarie. Ma era poca cosa. Nessuno si poteva permettere un pasto completo giornaliero ed anche il Bar Silvana Vini & Panini, si trovava sull'orlo del fallimento, con centinaia di creditori inferociti che minacciavano di passare alle maniere forti se non fossero stati pagati celermente. Alitosi MCM, si rese conto di tutto ciò e intraprese una politica di risanamento, mirata a risollevare le sorti di quello che, un tempo, era un florido stato con tasso di longevità più alto rispetto alla Sardegna e all'isola di Okinawa in Giappone. Innanzi tutto abolì un gran  numero di tasse anticostituzionali e dette la possibilità ai residenti di aprire attività commerciali che non fossero dichiaratamente vetuste. In breve tempo, si assistette al proliferare di coiffeur e negozi di alimentari già vecchi prima di essere inaugurati. Passati alcuni anni di stallo, gli effetti di tale politica iniziarono a farsi sentire e vedere. Comparvero alcuni neonati, da tempo completamente scomparsi e addirittura fu intravisto qualche giovane fonato alla moda. Nonostante la forte opposizione al rinnovamento, che veniva attuata dalla moltitudine di vedove miliardarie accompagnate da cani piccoli e odiosi, il faraone capì che doveva trovare un'escamotage per velocizzare la ripresa e, ricorrendo al parere l'Oracolo della Fontana di Sanprospero, ebbe l'intuizione che ancora oggi sorbisce i suoi positivi effetti: il mercato settimanale. Appana si diffuse la notizia arrivarono richieste di piazzola da ogni dove, ma in particolar modo dalla città di firenze , notoria terra di omosessuali e ambulanti, nonchè nei fine settimana pescatori e cacciatori oltre che fungaioli solo nella stagione autunnale. Intorno al dodicesimo anno di reggenza lo stato, non solo uscì dalla crisi, ma ebbe un boom economico rilevante. Con l'arrivo di ricchezze fresche, Alitosi MCM iniziò a pensare all'espansione e tentò, purtroppo senza successo, di conquistare uno sbocco al mare, attaccando la fiorente città marinara di Follonica.

lunedì 28 aprile 2014

Giuseppe Plaitano "il primo" 51 anni dopo

Salerno, 28 aprile 1963. Giorno di elezioni politiche. Il Vestuti, centralissimo impianto di piazza Casalbore, è gremito: la Salernitana di Scarnicci e Gigante si appresta ad affrontare con intenti battaglieri la capolista Potenza, nel tentativo di afferrare l'ultimo treno che porta alla B.
La squadra granata aveva iniziato benissimo il torneo con 4 vittorie ed un pareggio nelle prime 5 partite, poi l'inattesa flessione, l'esonero inevitabile di Piero Pasinati, l'impennata d'orgoglio con le vittorie di Ascoli e Trani sotto la nuova gestione Giunchi.
Contro i lucani, dunque, può essere la partita della svolta; nessuno immagina che verrà invece ricordata negli anni per un triste primato. La Salernitana non riesce a sfondare, il Potenza tiene ed al 42° trova addirittura il vantaggio con l'ala sinistra Vincenzo Rosito, bravo ad approfittare di una leggerezza del portiere Pezzullo. I granata protestano vivacemente per un presunto fuorigioco, ma l'arbitro Gandiolo di Alessandria non sente ragioni.
La Salernitana rientra negli spogliatoi consapevole di dover dare tutto nella ripresa per ribaltare la situazione: non ci sono alternative, per inseguire la cadetteria è obbligatorio vincere. I granata ripartono all'assalto del Potenza, in cui spiccano l'equilibrio ed il raziocinio del mediano Lodi, ma la situazione non cambia. Al 77° Gigante addomestica un buon pallone in area e viene falciato; Oliviero Visentin, cannoniere granata con 6 gol è il più vicino all'azione ed è sicuro della concessione del rigore, così come ovviamente Gigante. Gandiolo sorvola e lo stadio insorge.
Inizialmente, un singolo tifoso invade il campo "a caccia" del fischietto alessandrino, ma è prontamente bloccato dai poliziotti; evidentemente con modalità non propriamente ortodosse, perchè sul suo viso colano righe di sangue. E' il finimondo. Il pubblico comincia ad assieparsi ai lati del campo, accalcandosi sulle recinzioni: almeno 20 tifosi le scavalcano e tentano la strada della giustizia sommaria, seguiti dal resto della folla che ormai ha fatto breccia nelle inferriate; la partita è sospesa, Gandiolo rimedia purtroppo solamente un pugno e riesce, assieme ai guardalinee, a riparare velocemente negli spogliatoi grazie alla scorta degli Agenti. Dalla pancia dello stadio potrà appena percepire gli echi della furibonda guerriglia in atto sul prato.

Sfilano le camionette della Polizia, mentre anche le squadre piombano negli spogliatoi, per rimanervi asserragliate a lungo; fioccano i lacrimogeni, che le Forze dell'Ordine utilizzano per disperdere i facinorosi. L'assedio dura 7 ore. Si odono anche degli spari, la Polizia ritiene opportuno esplodere dei colpi in aria per intimorire ulteriormente i tifosi.
In tribuna, defilato verso la Curva Nord, siede Giuseppe Plaitano, 48enne ex Maresciallo di Marina, 4 figli. E' un attimo; il capo che reclina su un lato, il corpo che si adagia sui gradoni. Plaitano è stato appena raggiunto alla tempia da un proiettile vagante. Vani i soccorsi dei presenti. Plaitano muore in silenzio, nell'indifferenza di chi è impegnato a far danni sul prato del Vestuti, che sarà squalificato 4 turni. Bilancio tragico, cui vanno aggiunti 21 feriti, 36 contusi,fra tifosi ed Agenti ed oltre 20 milioni di danni.

E' una domenica da cani: al San Paolo di Napoli, 50 km circa più a Nord, si verificano analoghi disordini durante il match fra i partenopei ed il Modena con 62 feriti e 130 milioni di danni. Interpellato qualche anno fa sull'accaduto, Gandiolo dichiarò di non sentirsi in alcun modo responsabile, ascrivendo la volontà distruttiva di quel giorno al timore dei tifosi di perdere la partita, e le conseguenze irreparabili alla disorganizzazione delle forze dell'ordi ne, giudicate in numero troppo esiguo a presidio delle recinzioni.
Anche Gigante, protagonista del penalty non concesso, ebbe modo di rievocare quei momenti: ferma restando la nettezza del rigore, il centrocampista granata ricordò quanto fosse caotica e convulsa la situazione, specificando che i giocatori seppero con parecchio ritardo della morte di Plaitano. Negli anni successivi, altri tifosi avrebbero trovato la morte all'interno di uno stadio italiano. Giuseppe Plaitano fu "soltanto" il primo. A lui sarebbe stato dedicato uno dei più importanti club di tifosi granata.

domenica 27 aprile 2014

siena carpi : le interviste dagli spogliatoi

Dal Franchi ancora non riqualificato:

Marijo Beretta

Le abbiamo provate tutte per vincere, ma purtroppo non ci siamo riusciti, sia per sfortuna che per imprecisione. Certo, saltare il pranzo prima del match non ci aiuta, si rischia seriamente di rimanere senza energie. La prossima partita però ovvieremo a quest'inconveniente senza problemi. Stabiliremo il ritrovo al Bar Manganelli e, pagando un solo aperitivo, prenderemo una caterva di salatini che riempono stomaco e attenuano la fame. Ingegnandosi, tutto si risolve. Basta ricordarsi del viaggio di andata per il ritiro estivo. Con due abbonamenti di curva, abbiamo avuto ciascuno, un cestello con panini al cotto e crudo, crostata di marmellata e perfino una bottiglietta di acqua naturale. Ora le illazioni sulle maglie. Se non c'erano quelle bianconere perchè la lavandaia per renderle vuoleva il saldo, pace, si gioca con quelle disponibili anche se sono rosse. Io poi l'ho detto al presidente, quando non c'è fango, si possono anche stendere al sole ad asciugare senza fare il bucato, tanto se non sono macchiate chi se ne accorge. I playoff? Con tutti i contrattempi subiti, sarebbero un miracolo vero e proprio. Vorrà dire che si dorme in macchina o, se la stagione ci aiuta, in tenda, tanto quasi tutti una la possiamo trovare. Dobbiamo pensare positivo e ricordarsi sempre che i 2/3 della popolazione mondiale sopravvive in condizioni di indigenza, quindi è nostro preciso dovere onorare il  lavoro anche per l'Unicef o la Caritas. Su ciò non transigo.

Lavandaia

Quest'altra volta, a questi sudici, gli lavo quelle maglie a 120° e con la candeggina, poi vedrai che orzo.

Babbo di Lamanna

Ieri ho litigato tutto il giorno. Prima al semaforo in Pescaia, quando un camper mi ha quasi speronato. Sono sceso di corsa ma l'autista era un merdone ed ha accelerato, mostrandomi il dito medio. Poi all'entrata dello stadiomi sono preso con uno steward non mi voleva far entrare perchè pensava fossi già daspato e infine in tribuna quando un carpigiano, o carpiere, o carpino ha fatto dell'humor sul pullman del Siena pignorato. Gli ho tirato un frontino solo, poi però è stato schiacciato per tutta la partita.

Speaker

Un saluto a tutti voi, dopo l'annuncio che ho fatto alla lettura delle formazioni, sicuramente non siederò in cabina radio per un bel pezzo, ma almeno sono stato franco e ho detto quello che penso, tanto di riscuotere non se ne parla.

sabato 26 aprile 2014

amarcord Gente Vana la fanza della curva

GENTE VANA LA FANZA DELLA CURVA
Cose a caso n.12 del 14-04-01 Siena-Empoli di Simone Taddei

1) Stanotte ho sognato che si picchiava i celerini e poi gli si rubava anche i guadrini di tasca (frase sentita sul pullman per Venezia)
2) Scusi, vorrei lavare la macchina
Qual’è questa?
Si
Allora tufala nella Merse (Torsellini, Esso in Pescaia)
3) Al Siena per xxxx , gli hanno dato yyyyy e soldi.
Soldi? e chi è? (Giovanni)
4) I bianconeri son Moschettieri (Giada sull’inno del Siena)
5) Faccia da morto, AISSE (aids) (spettatore anziano della Robur ad un tifoso Cosentino molto tempo fa)
6) Civeriati (giocatore del Montevarchi) ci vediamo alle Antille (dopo circa quindici anni ancora non è stato decifrato il senso di questa frase, pronunciata da Fabio Ciani durante una partita di Coppa Italia)
7) Lo fa, lo fa, lo fa (Massimo un istante prima del rigore di F.Baresi nella finale del Mondiale Italia-Brasile)
8) Rifai il letto batina!
Cosa essere Ettore batina?
Bellissima donna (Ettore ad una occasionale amante Inglese)
9)Interrogazione scolastica di scienze:
Valenti mi dica il sangue.
Il sangue è rosso.
10) Motivo dell’assenza sul libretto di giustificazioni:
Sciopero autobus (Paolo abitante in Via Diaz frequentante l’Istituto Bandini a meno di cento metri da casa)
11) Speriamo che quando ritorni al posto della casa  tu ci trovi un muchietto di sassi, ma non di macerie, proprio un mucchiettino di pietre e tutto intorno pulito (Lino)
12) RIENTRATE TESTE DI CAZZO (Francesco a squarciagola ai compagni negligenti, tutto da solo in difesa contro sei attaccanti avversari, in un match amatoriale al campino del Pietriccio)
13) Cappero, Capperoo, Capperoooooo, ma questo che è entrato ora chi lo deve marcare?
Io l’ho detto all’inizio, ad ogniuno il suo!!! (Luciano Capperucci ad un suo giocatore Imolo Falossi)
14) Se toccate il mi’figlolo v’ammazzo con le mani (Luca Signorini in arte Buttero, ad un gruppo di Ultrà del Pisa che lo aveva circondato nei pressi dell’Arena Garibaldi, inutile dire che il manipolo si disperdeva dopo pochi secondi).
15) N’ho buscate come un noce davanti alla Favorita, c’avevo i gins stretti e non m’è riuscito di levare le mani di tasca.

Tre o quattro anni fa la troupe di C3T con in testa Maurizio Bianchini effettua  i collegamenti dalle contrade al termine delle cene della prova generale.
In diretta dal Bruco, il supertelegattone del video senese, cerca di intervistare un gruppo di ragazzini fra i quali uno è in chiara difficoltà.
Dopo le rituali domande, vedendo sempre il cittino sofferente e  alla ricerca di uno scoup inaspettato, inizia a chiedere insistentemente la ragione di tale stato fisico.
Al che dopo qualche rifiuto, il bordello gli dice testualmente:
mi sento male,  non so se sia stato il bere o il mangiare però ho fatto una caata così (indicandone anche le dimensioni con un gesto delle mani).
Il supercatafonato inviato televisivo, tutto inorridito cerca di riprendersi:
non si dice in quel modo è da maleducati, si dice feci (inteso come sinonimo di merda).
E l’altro:
è uguale un cambia niente “feci una caata”

giovedì 24 aprile 2014

La storia di Sanprospero: Litigiosi IV

In quel tempo San Prospero era governato dal sanguinario faraone Litigiosi IV, appartenente alla XVI dinastia. La sua ascesa fu costellata da numerosi crimini efferati, tra i quali si può sicuramente citare quello del barista Scaldosi, ucciso dalla deflagrazione di un microscopico ordigno nascosto nella carne Simmenthal, di cui era smodatamente goloso. Ma sicuramente l'omicidio del suo predecessore SospeTToso II, si contraddistinse sia per importanza che per strategia, in quanto gli permise di raggiungere il potere politico tanto agognato. La sua personalità, un mix di furbizia e malvagità bieca, si manifestò nitidamente quando, con una scusa banale, riuscì a condurre il sovrano sopra ad uno sbalzo di Via delle Grotte e con una spinta fulminea, lo gettò impietosamente in  Via Esterna di Fontebranda. L'uomo precipitò a palla di fucile e cadde moribondo nella strada sottostante, dove fu divorato, ormai esanime, dal ciclista Biascino in preda ad un tremendo calo di zuccheri. Egocentrico all'inverosimile, volle celebrare il suo avvento con un sontuoso ricevimento all'interno del Bar Silvana Vini & Panini. Durante la festa riuscì ad imprigionare, con l'inganno, nelle segrete del locale migliaia di studenti accatastati e tutti i matti della Casa-Famiglia di Viale XXIV Maggio, nel nome di una politica votata all'intolleranza ed alla pulizia etnica. Gli abitanti del quartiere, vetusti e boglioli, seriamente impauriti dalla violenza del nuovo regime, telefonarono in massa ai Vigli Urbani in cerca d'aiuto, i quali però buttarono giù senza nemmeno rispondere. In pochi mesi la guardia imperiale arrestò, con motivazioni inesistenti, tutti coloro che non aprivano la porta al suono del campanello e chi tirava dritto per strada immerso nei suoi affari. Dopo un anno di reggenza scellerata lo stato era praticamente in ginocchio. Strade e negozi vuoti, montagne di affettati scaduti sui marciapiedi e squadre di cani abominevoli a farla da padroni. Litigiosi IV fu sicuramente, a detta di tutti gli esperti di storia, uno dei peggiori faraoni che mai abbiano mai governato San Prospero.

Venerdì di categoria superiore


mercoledì 23 aprile 2014

Il tedescaccio

Quel giorno faceva un caldo terribile. Un'afa tremenda si impadroniva del palato azzerando la saliva. Correre quella maratona in condizioni così ostili sembrava una follia bella e buona. Salì una duna quasi carponi, mentre il vento del deserto gli sferzava il fisico già abbondantemente martoriato. Arrivato sulla cresta si voltò indietro timoroso. Nel bafore dell'aria infuocata intravide, molto vicina, l'ombra di Ainz Svainzierrsternischtertniammerstroiauntersviseth, tedesco di Baviera, suo eterno rivale da ormai venticinque anni. Fisico asfittico, rachitico, con postura disassata, inclinata indietro rispetto all'orizzontale di circa 12°. Questa caratteristica che gli era costata in gioventù una miriade di prese in giro e sberleffi anche molto pesanti, nell'ambito della corsa invece gli attribuiva un coefficiente aerodinamico praticamente doppio rispetto ai rivali. L'ultimo test effettuato nella galleria del vento, gli era valso un cx pari a 9,7. Un valore talmente alto, che anche Luca di Montezuma si era ispirato al suo skyline per progettare l'ultima nata in casa Maranello: la Ferrari U'tuort 355FA. Non doveva assolutamente farsi intimorire. Visto l'enorme stress fisico cui erano sottoposti i concorrenti, ottenere il risultato massimo poteva dipendere più dalla testa che dalle gambe. Cercò di non pensare alla gara. Provò dell'autoerotismo, ma non ottenne alcun risultato accettabile, poi tentò di placare l'ansia prendendo un thè al dattero verdognolo con una famiglia di beduini educati, ma anche stavolta niente da fare. A questo punto sentì uno strizzone allucinante alla pancia, dovuto con tutta probabilità allo stress agonistico. Fece una buca nella sabbia e, stimolato dal calduccino rassicurante, defecò per alcune decine di minuti come quando era bambino, senza fretta e preoccupazioni. Si pulì con un serpente corallo e riprese la marcia. Il passo era fluido, la falcata leggera, si sentiva una gazzella di Thomson. Venne però riportato alla realtà intravedendo nella polvere la chioma platinata del fiero e mai domo germanico, che lo aveva sorpassato senza che lui se ne accorgesse. Doveva  riacciuffarlo ad ogni costo.Producendo uno sforzo disumano riuscì a prendergli la scia, ma per fare ciò si prosciugò completamente. Per la sete i labbri si crettarono mentre il cervello, completamente fuori controllo, gli inviava messaggi pubblicitari dell'infanzia come la Cedrata Tassoni o il Chinotto Sanpellegrino. Il traguardo si stava avvicinando. Iniziò a vedere le prime tende. Il tedesco odioso era ad un tiro di schioppo. Chissà cosa stava pensando , chissà se anche lui soffriva, o era un cyborg  come tutti si immaginavano. Forse era vero che facendo sesso non cambiava mai espressione dall'inizio alla fine, o che non piangeva neppure al saggio di danza della figlioletta piccola. Tentò di allungare. Il cuore pompò più sangue possibile per accontentarlo, ma era troppo denso. Sentì un forte dolore al petto e poi non ricordò nulla, se non il traguardo a portata di mano. Si risvegliò dentro ad una capanna attorniato da beduini che lo stavano accudendo.  Un tanfo opprimente di alito peso lo avvolse e riprese i sensi.Scattò in piedi come una molla e domandò chi avesse vinto  la Marathon des Sables. Quando gli comunicarono che era stato proprio lui il trionfatore, prese il primo serpente Mamba che gli capitò sotto mano, lo annodò per quattro volte e poi, con gli occhi fuori dalle orbite, lo mangiò in pinzimonio. Da quel giorno, la sua temperatura basale si è innalzata a 49°C. Con il calore che sprigiona guarisce da  ogni malattia persone ed animali anche sconosciuti alla scienza. Riesce a mangiare di tutto dalle ringhiere alla schiuma di poliuretano e prevede il tempo per l'anno a venire, come il Sesto Caio Baccelli.

lunedì 21 aprile 2014

A tu per tu con i campioni della Robur : Angelo Mariano de Almeida










Hai mai infranto la legge?
Oggi sono un uomo onesto, ma da ragazzo purtroppo lo ero di meno. L'episodio che mi ricordo più nitidamente risale al 1994 quando possedevo una bancarella di prodotti tipici al mercato di Salvador. Ecco, ora lo posso raccontare, vendevo olio di colza spacciandolo per gasolio agricolo e salsa per crostini neri fatta con i fagatini di pollo anzichè con la milza. Inoltre, solo su richiesta, rubavo il piombo applicato sui cerchi delle macchine per l'equilibratura dei pneumatici e lo rivendevo sottobanco ad un gruppo di pedofili cinesi, che lo usavano, pretto, come afrodisiaco nei giorni del carnevale.
Cosa vorresti provare che non conosci?
Ci sono molte cose che mi vengono in mente, ma credo, senza ombra di dubbio, lo stendibiancheria Gulliver della Foppapedretti. Solo un genio poteva progettare un simile attrezzo, in grado, in uno spazio minimo, di fare stendere quasi 4 km lineari di biancheria.
Bevanda alcolica?
Il Vin Santo del Nonno, quello nel fiasco da un litro e mezzo. Ne sono così innamorato che spesso lo bevo a garganella.
Hai mai appeso la bandiera della pace?
No, mai. Io tifo per il Corinthians e non mi vendo
Possiedi giocattoli erotici? Quali?
Ne ho parecchi perchè io, essendo un vegano sessuale, adopro solo trastulli naturali, come cetrioli, ananas,giunchi, ninfee,semeli ecc. Il problema grosso è che vanno a male velocemente, quindi se qualche sera salto il turno, con molta probabilità li devo buttare nell'organico e mi scoccia parecchio
A chi righeresti la macchina?
A Fefy, voleva lasciare  Pinga in panchina a favore di Sciaccaluga
Chi pagheresti per una notte di sesso? Perchè e quanto.
Se devo essere sincero a me le donne piacciono robuste e un pò attempate. Dico Tina Turner.  Per essere del '39 mi sembra sempre aitante. Andrei per lei, anche se sono molto combattuto con Marisa Laurito, che forse è più fornita di seno. Non posso, visto il momento, parlare di cifre. Comunque potrei portare il suo nome sulla maglia, come sponsor, per un paio di partite
Il più bel complimento che hai ricevuto?
Qualche tempo fa, una ragazza peruviana, mentre stavamo in equilibrio sul Tagadà, mi disse che secondo lei assomigliavo molto a  Philip Michael Thomas di Miami Vice




 

vite a tutta gallara: Riccardo Cioni DJ full time



Riccardo Cioni nasce a Livorno il 14 ottobre 1954. Dopo avere lavorato in alcune emittenti livornesi, fra le quali  Radio Flash Livorno, nel 1979 entra di forza a Radio Quattro di Castelfranco di Sotto (Pisa). Con i primi proventi acquista un sacco di vestiario da gazzilloro vero. Diverrà uno dei più assidui frequentatori del negozio di Marino Groovi e del mercato di Borgo San Lorenzo a Firenze. Così lo presenta Maurizio Bolognesi nel libro "Era il 1975 - 25 anni di radio": "Su Riccardo Cioni si potrebbero scrivere post-it interi sul niente più assoluto. Era un vero e proprio idolo per i giovani, tutte le discoteche se lo contendevano. Il "dj full time", per più di dieci anni re indiscusso di un genere che ha fatto ballare migliaia e migliaia di giovani. Riccardo Cioni, assieme alla moglie – manager Brunella Dini-, è stato anche direttore artistico della radio. Negli anni ’80 era sicuramente il D.J. più pagato d’Italia: famosissime anche alcune sue incisioni discografiche come “In America”. Quando la radio cambiò sede ricorda il fondatore, Riccardo ebbe un’idea geniale. Suggerì di preparare “una pizza”, cioè un nastro per un registratore a bobine che riusciva a contenere dalle 6 alle 8 ore di trasmissione e di attaccare il registratore, il mitico Revox, direttamente al trasmettitore. La difficoltà consisteva però nel fatto che il trasmettitore era situato sul Monte Serra, e lui stesso si adoperò per stare un giorno e una notte lassù, sul Monte Serra, accanto al trasmettitore per mandare musica, le varie trasmissioni in scaletta e la pubblicità. Il tutto per non far fermare la radio. Per non sporcarsi i vestiti, indossò i panni del mercato, jeans stinti, fruit bianca e scarpe Soldini , imitazione delle ben più quotate Superga.  Per mangiare si arrangiò con dei panini saturi di soppressata. Un vero mito”.
Di Radio Quattro è stato anche direttore artistico. Riccardo Cioni ha partecipato a varie trasmissioni televisive sia della Rai che della Fininvest: Domenica in, Un disco per l'estate, Pronto Raffaella con Raffaella Carrà, Festivalbar, Discoring, Discoteca Festival. Inoltre, come se non bastasse,  ha interpretato anche un film dal titolo “Champagne e fagioli” cult movie d’essai, dove rivestiva il ruolo di Lapo, un ufficiale dell'Academia Navale di Livorno. Ha inciso i dischi: Smoke the funk (1980), Funk funk (1981), In America (1982),  Cho-cho train (1983), Darkness inside (1984), Arizona (1985) e "Camminando da solo”. Analizzati da maestri della comunicazione, i testi in lingua inglese risultano all’unisono tutti inventati di sana pianta. Dimostrazione ne è un aneddoto famoso durante una serata al Kursall, un giovane americano, riferendosi ad un disco-mix, gli chiese:”waths it’s?” e lui prontamente gli rispose: “i ‘cheeeeeeee?”. Se nella dance si vuole identificare un personaggio che da oltre 30 anni suscita con la sua musica “Sensazioni Meravigliose”, un solo nome emerge, Riccardo Cioni, che con la sua ultra trentennale carriera è un autentico pioniere della dance music. Riccardo Cioni è "The Godfather of Funky", un D.J. capace di creare ed imporre uno stile musicale che ha fatto scuola ovunque, nel quale melodia e ritmo coesistono come un’unica entità. Grazie alla sua inconfondibile voce che rivela le sue passate esperienze di cantante e corista della sua band, dove suonava il basso, canta e anima le sue serate speciali dove il pubblico si fonde in un tutt’uno con la musica dando vita allo show più felice e divertente in assoluto. D.J., remixer, artista e produttore, Riccardo Cioni ha nel carniere decine di creazioni discografiche internazionali, una su tutte la famosissima "In America", la cui versione mix durava circa 8 minuti. In sala di registrazione infatti, si erano scordati di spengere il mangia-nastri e così il disco si interruppe solo perché finì la cassetta. Di particolare rilievo la meno conosciuta e più insensata “Maccaroni Radio”del 1984. Al suo attivo anche la prima scuola italiana per Disc Jockey nel 1975, in collaborazione con la mitica AID. I partecipanti, imbufaliti, alla seconda lezione tentarono di linciarlo e fu salvato solo dall’intervento del suocero che sguinzagliò Belzebù, il Bull Terrier di famiglia pluridecorato nei combattimenti tra cani feroci. Oggi continua ostinatamente la sua attività in migliaia di locali, bettole e osterie di tendenza.

domenica 20 aprile 2014

tutti all'allenamento di venerdì 25 aprile


serata per la riqualificazione dell'area del rastrello


I gruppi organizzati della tifoseria senese organizzano venerdì 25 aprile dalle ore 22.00 presso il Bar Le Logge, in via Pantaneto n.11, una serata di puro divertimento a favore della riqualificazione dell'area del Rastrello. Per l'occasione suoneranno dal vivo i mitici ed inossidabili Dinosauri. La presenza di chi è a favore del progetto è quantomai gradita e importante. Stando a casa si incrementano solo le bollette, ma non si cambia niente. Spargere voce più possibile.

La partita dimenticata

La partita era della massima importanza. La squadra perdente sarebbe sicuramente retrocessa e tutti i giocatori ibernati per alcuni tera-secoli. Il match si disputava, trattandosi di uno spareggio secco, in campo neutro sul pianeta Clitoride. Le squadre che si contendevano la permanenza nella massima serie erano l'Atletico Cassiopea e la Dinamo Pleiade. Lo stadio comunale, un gioiello d'architettura, era stato  ricavato da un blocco unico di cobalto ed aveva la forma dello Jedi. Per costruirlo erano occorsi otto millesimi di secondo terrestre, impiegando ben due operai specializzati alti 15 supernove  e un phon enorme a raggi uva, per rendere mallelabile il macigno. Una volta ultimate le finiture, cioè in un attimo,  l'impianto poteva contenere 25.000.000 di marziani vestiti attillati oppure 16 FortunaDraghi della storia infinita, messi per lungo. Le misure di sicurezza, vista la delicatezza dell'incontro, furono imponenti. Davanti ad ogni entrata vennero disposti sei oracoli di azoto, in grado di riconoscere eventuali hooligan, anche in assenza di battito cardiaco. Nell'atmosfera adiacente all'impianto, una serie di sfingi di marzapane armate con corolli cosmici, avevano licenza di abbattere qualsiasi essere innaturale non munito di tessera del tifoso universale, che avesse, anche accidentalmente, sorvolato  le vicinanze dello stadio. I tifosi di entrambe le compagini, vennero liofilizzati in atmosfera protetta per essere meglio trasportati nei settori a loro riservati. I Cassiopeoti arrivarono sfiniti dal viaggio, vista l'enorme quantità di orbite che avevano dovuto percorrere per arrivare alla meta. I Pleiadesi invece, optarono  furbesacmente per un buco nero di nuova formazione che si dimostrò proverbiale portandoli a destinazione in un battito di ciglio. Purtroppo, nonostante le ingenti misure di sicurezza, le due tifoserie vennero a contatto in un pianeta satellite sconosciuto. Il bilancio degli scontri registrò ben 16 tifosi arsi e 357 dispersi nell'universo. La partita ebbe inizio in un clima incandescente. I giocatori, a bordo di quad elettrostatici, fecero in loro ingresso sull'arena sostenuti a gran voce dalle loro rispettive tifoserie. Alla prima azione l'arbitro, un venusiano verde fosforescente molto carismatico, venne inghiottito da un ramarro molecolare affamato. Senza direttore di gara, le compagini iniziarono ad offendersi ad ultrasuoni e poi in onde medie. Il fragore tremendo che proveniva dal rettangolo di gioco, scatenò il putiferio sulle tribune. Memori dei gravi episodi accaduti prima dell'incontro, gli agenti preposti al mantenimento dell'ordine pubblico, caricarono la folla. Per il calore sprigionato dallo scontro fisico, la struttura dello stadio iniziò a cedere. Nessuno però sembrava rendersi conto del pericolo. Dopo molti anni-luce di incidenti incessanti, il settore alfa della gradinata iperbarica e si ribellò e prese vita mangiando tutto lo stadio senza lasciarne traccia.
Buona Pasqua

venerdì 18 aprile 2014

spezia siena le interviste dagli spogliatoi

dal Picco

Marijo Beretta

Ora basta! Questa sconfitta estremamente ingiusta è figlia del momento. E' chiaro. Lapalissiano. Come potrebbe essere altrimenti. Ti tolgono i mezzi, quindi devi andare con i tuoi, carichi i ragazzi più giovani e che fai; loro bevono senza problemi e chi guida si deve riguardare perché i limiti sull'assunzione di alcool sono bassissimi. Poi sei quasi arrivato, prendi un moijto in scioltezza, riparti, e dopo alcune centinaia di metri ti fermano a tradimento. Una pattuglia di vigili urbani motorizzati, ti blocca senza motivo apparente. Palloncino e..... crack, la patente si volatilizza. Arrivi a piedi allo stadio. Il tornello non si apre perché non ho la tessera del tifoso e  nessuno crede che sono l'allenatore della squadra ospite . Scavalco il muro di cinta, sopra ad una gru del porto abilmente guidata da Antonelli, entro da un pertugio nella tribuna coperta e mi si foga il pastore maremmano della lavandaia. Poi la partita. Un tiro subito e un goal al passivo. Giochi novanta minuti praticamente nella loro metà campo e non raccatti niente. Alla fine, sono tornato con un pullman del Marozzi che in 47 giorni arrivava pure in Nepal.

Babbo di Lamanna

Questi portuali. Ma con me trovano duro. Quel tullero voleva fare lo spiritoso, ma io gli ho dato una magliata d'acchito e l'ho spento come un lume a olio. Quest'altra volta ci pensano due volte prima di fare gli spiritosi. Se era per me, lo portavo per un orecchio a Como, lo buttavo in cantina e ce lo tenevo fino alla festa della repubblica del 2 giugno. Da qui alla fine, se il mio Eugenio non riscuote ne picchio una fastella, tanto ho bellevvisto qui bisogna campare di prepotenza. Basta con il ragionare, il buonismo e quant'altro.

Leader Maximo Mexaroma

Vi prego, non parlo e ho furia. Qui fuori dalla tribuna dice gironzola il babbo di Lamanna, non vorrei m'agguantasse.

mercoledì 16 aprile 2014

amarcord Gente Vana la fanza della curva



GENTE VANA LA FANZA DELLA CURVA

Cose a caso n.10 del 18-03-01  di Simone Taddei Siena-Cosenza



IL TREND DEL RASTRELLO, INTERVISTA A Lallo



Mercoledì, in mattinata a San Prospero si è svolto il consueto mercato settimanale, non quello parallelo ed allora quale migliore imput per intervistare un mago della moda, relegato purtroppo in un settore dello stadio, ma che per conoscenze tecniche potrebbe ambire a palcoscenici ben più importanti?

 Iniziamo dai primi ricordi

Sono gli anni della C1 di bassa categoria, il materiale umano non abbonda, ma spicca imperiosa sicuramente la figura di Luigi Pilli caricatura del tipico ultrà senese.

Due sciarpe per avanbraccio, una al quadricipite femorale destro, pantaloni acqua in casa aderentissimi con numerosi strappi non originali.

Anfibi completamente a vista con punta stondata rivolta verso l’alto, capello totalmente rasato versione skinead talvolta coperto da un passamontagna creato artigianalmente, stile Nocs.

Scomparso.

In generale l’abbigliamento del periodo si potrebbe definire “pucioso rivisitato”, composto da bomber o chiodo di pelle invecchiata, jeans stretto, capello lungo trasandato, originato dalla mancata assunzione di prodotti balsamici, come il classico Kerastase e barba obbligatoriamente lunga.

Le donne in questo periodo sono esigue e particolarmente brutte, eccetto Simona che si distingue oltre che per un impegno lodevole accompagnato da una carica di simpatia spiccata, anche per un buon paio di natiche, rare per  gli anni in questione (ho deciso di non togliere questo passo perchè risulta comunque un bel ricordo di una splendida persona)..

Qual è stata l’evoluzione ?


Occorre necessariamente individuare tre periodi ben precisi

1- Girone di andata campionato C1 ‘99/2000

Scompare tristemente il bomber che viene sostituito dal giacchetto NORTH-SALE, le sciarpe sono sempre più casual, bianconere con sfumatura grigia senza scritte di alcun tipo, per poter essere abbinate anche a completi più eleganti.

Iniziano le lampade.

Per le calzature si passa dalle ALL-STAR rosse modello basso, alle NEW BALLANCE , Franchi Via C.Angiolieri.

Occhiale a fascia Gucci.

2- Girone di ritorno campionato C1 ‘99/2000

Ultras di balconata:

Giubbotto Luna Rossa, pantalone GUESS, mentre resitono inossidabili le NEW-BALLANCE.

Si assiste ad una impennata nella categoria femminile.

La fanno da padroni:

top corto tinta unita, pantalone a vita bassa con tanga fluorescente volutamente visibile in fase di movimenti pronunciati.

3- Serie B

Uomini:

il massimo rappresentante è in assoluto Pandoro , T-shirt stretta a manica lunga modello PRADA ,preferibilmente rossa, pantalone scozzese attillato di HELMUT LANG , Franchi Via C.Angiolieri, scarpa PRADA SPORT, foulard stile Roberto Cavalli con nodo laterale, abbronzatura artificiale e gel q.b. (quanto basta)

Scompare la sciarpa.

Donne:

pettinatura creata appositamente il sabato pomeriggio, maglietta trasparente atta ad evidenziare il reggiseno imbottito all’olio, ultima generazione acquistabile presso In Fiore Via Banchi di Sopra, pantalone con lunghette sovrapposta, perizoma a filo, scarpe rigorosamente con tacco.

Per tutti, occhiali leggermente a fascia con lenti sfumate sempre di GUCCI ,Ottica Ricci Via Banchi di Sopra.

martedì 15 aprile 2014

razza robur: i campioni che hanno fatto la storia. Michele Mignani

Michele Mignani nasce il 30/04/1972 a Genova  nel quartiere Assegno, costruito in un'ansa trapezoidale dell'Autostrada del Sole . Alla sorprendente età di 2 anni apre un librettino al portatore, di cuoio, presso la Banca dei Primi Passi di Rapallo Scalo. In esso accantona i proventi ricevuti sia per la caduta dei dentini di latte, sia dalla cattura delle lucciole, che sterminerà in breve tempo fino alla provincia di La Spezia e oltre. A 4 anni apre una bancarella nella Darsena del porto di Genova, in cui vende il suo abbigliamento che indossa, carillon per la nanna, secchielli e palette restaurate. Ripara inoltre biciclettine e macchinine a pedali per neonati. A scuola viene soprannominato dal bidello accondiscendente “Il re delle fotocopie”, in quanto dedica intere giornate a quest’attività pur di non comprare un libro di testo. Il primo motorino lo acquista all’Ikea delle Cinque Terre; uno splendido mosquito di betulla e frassino, ruote di asfalto drenante, con autonomia di 700 metri, che si impone di usare non più di una volta al mese. La paghetta settimanale, che a malincuore la nonna gli elargisce, la investe in mini-bot e ipo-cct, ricavandone un interesse netto del 12,45%, che reinveste a sua volta in azioni finanziarie volatili. Alle scuole medie inferiori, durante l'intervallo mette all'asta la colazione preparatagli con amore dalla madre, per cifre esorbitanti, tanto da essere apostrofato dal Preside dell’istituto come un predestinato agli affari. In un tema in classe, appare addirittura veggente, auspicando di poter aprire da grande, un compro-oro e qualcosa anche d'argento. Con i vari proventi che testardamente si è procurato nel tempo, in 2° media acquista, in un'asta on-line per scafisti, un canotto indistruttibile, che nei mesi estivi affitta a gruppi di teen-ager in cerca di forti emozioni sessuali. All’età di 13 anni inizia a giocare a pallone con quello degli altri. Denota subito predisposizione per il calcio. I suoi familiari non lo ostacolano, in quanto non usa più la doccia a casa. Di lui si accorge la Sampdoria che lo fa esordire nella massima serie il 13 gennaio 1991 in occasione del match in trasferta a Lecce. E' l'inizio di una carriera folgorante.