venerdì 11 aprile 2014

Una vita per la musica

L'applauso finale fu scrosciante. Ben cinque minuti interminabili, senza alcuna interruzione. Capì che era diventato una rockstar. Quel concerto rappresentava, senz'ombra di dubbio, la sua consacrazione nell'olimpo della musica. Certo, non essendo un raccomandato, aveva dovuto penare non poco,  ma finalmente il suo momento ora era arrivato. Si ricordava benissimo di quando, onde trovare l'ispirazione per il suo primo long playing, aveva ingerito un boero di lsd. Fu rintracciato, solo dopo alcune settimane di serrate ricerche, da un gruppo di alpinisti secessionisti sul bordo di un crepaccio, mentre stava montando a pelo uno stambecco bianco. Per farlo scendere dovettero sparargli una siringa narcotizzante ed incatenarlo ad un gatto delle nevi 4x4. Non poteva e doveva dimenticarsi neppure di quando, per voler emulare Pete Townshend degli Who, a fine esibizione aveva divelto la chitarra elettrica, non sul palco, ma bensì su un tubo del gas da 26 pollici. Nell'esplosione che seguì,  rimasero feriti decine di spettatori e lui stesso perse l'uso del testicolo sinistro e parzialmente anche di quello centrale. I medici riuscirono fortunatamente a salvargli quello destro mettendolo a bagno in una soluzione acida di acqua Velva. Ripensò al suo esordio davanti ad un pubblico vero. L'indescrivibile emozione scaturita nel  vedere la gente battere le mani a ritmo di musica e cantare assieme lui le sue canzoni. Certo non sempre era filato tutto liscio. Una sera dentro al camerino ad esempio, si era trovato davanti ad un nutrito gruppo di emo, che a forza di discorsi tristi intrisi di cioè, lo avevano riempito di insulti pacati accusandolo di essere un'entusiasta di plexiglas. Oppure quando, durante un'apparizione televisiva su una rete pubblica, irruppe nello studio un cane pastore dell'Anatolia randagio e lo azzannò ferocemente  al polpaccio destro. Venne liberato dalla presa solo con l'intervento di due abili artificieri, che fecero brillare la bestia in diretta. Tutto questo era ben presente nella sua mente, ma adesso la situazione era diversa. La notorietà sarebbe certamente arrivata di lì a breve.Tutto quello che aveva passato era un ricordo nitido, ma un ricordo. Dopo quel concerto, intraprese un tour mondiale che lo vide esibirsi in ogni dove, dall'isola di Pasqua all'ippodromo di Pian delle Fornaci, da sopra una paratia del Mose di Venezia, alla terra dei fuochi su un palco ecosostenibile, dalla torre dei pomodori all'Isola d'Arbia alla piramide di Cheope nella piana di Giza e moltissimi altri. Su di lui sono stati scritti fiumi d'inchiostro, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di dire che, come Morandi, è coprofago praticamente dall'adolescenza.

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