domenica 30 marzo 2014

Il collezionista di analgesici


La sua vita stava iniziando forse a delinearsi. Dopo un'adolescenza difficile, fatta di poca scuola, tante sigarette e piccoli furtarelli, sembrava arrivare una certa maturità. Basta penni con il motorino, questa fu la sua prima netta presa di posizione. Dopodiché decise di affrontare con serietà gli studi e non cercare più scorciatoie per affrontare le valutazioni , ma solo olio di gomito e volontà. Durò fino al mercoledì. Il giorno seguente, marinò la scuola con la scusa che era stanco e perseguitato dai professori. Mentre stava entrando nel solito bar, per trascorrere la mattinata senza essere scoperto, suo padre, che si trovava casualmente nelle vicinanze,  lo vide. Attese qualche decina di minuti prima di irrompere, rimuginando intensamente su come torturarlo per farsi dire tutta la verità. Giunse alla conclusione che non doveva essere riconosciuto, per mettergli ancora più terrore e cercare in questo modo di redimerlo una volta per tutte. Entrò in una cartoleria adiacente ed acquistò una maschera di Thor, con il martello in omaggio e una pistola giocattolo finta ma realistica. Intorno alle 10 entrò rocambolescamente nel locale. Inciampò nello scalino e cadde di testa dentro al cestino dei rifiuti. Cercò di toglierselo velocemente, ma l'impatto violento aveva scaldato talmente la plastica, che si era schiacciata sul viso creando una specie di sottovuoto spinto. Fortunatamente l'asola laterale per gettare i rifiuti combaciava perfettamente con il suo settore oculare, per cui poteva vedere quasi a 360°. Si rialzò così conciato che sembrava un mix tra un cyborg e Brancaleone da Norcia. Gli avventori, tra cui suo figlio, scoppiarono a ridere. Vide la pistola sul pavimento orrendamente disintegrata in minuscoli frammenti. In quel momento, manco a farlo apposta, entrarono due sbandati meticci, decisi a rubare l'incasso al gestore. Prima fu assalito da una vampa di caldo tremenda e poi, sentì nitido l'istinto di intervenire. Caricò i due malviventi come un toro, a  zuccate, senza dargli respiro. La collutazione fu violenta e cinica. Nessuno dei contendenti voleva mollare di un centimetro, ma lui indossava quella specie di elmo medioevale che lo rendeva quasi invincibile e lo spronava a vincere ad ogni costo. Alla fine, dopo avere rotto nella testa dei due un mocio, una pila di tambler spessi mezzo centimetro, una sequela infinita di crostini alla salsa verde e di milza, due sgabelli vintage e la lavastoviglie piena, riuscì a legarli e assicurarli alla giustizia. Da quel giorno vigila sempre sulle strade, alla ricerca di ogni malfattore, vorrebbe una famiglia sua e colleziona analgesici scaduti .

Nessun commento:

Posta un commento