lunedì 3 marzo 2014

incubo cinese



Tremolante e imbarazzato entrai in quel ristorante così misterioso. Sushi Wok. Che cazzo voleva dire? Non solo, ma sotto era scritto anche il nome del proprietario: Hu Fù Xio Vito. Sulla porta esitai maldestramente. Un cameriere con la faccia perfettamente rotonda, mi tirò dentro per una manica. Aveva i capelli neri del diametro di una Marlboro. Puzzava di profumo contraffatto. “Salve” mi disse, “sono Hu Fù Ito Xio Vito, lieto di conoscerla” Aveva una mano diaccia come l’acqua dello stretto di Barens. Mi dette la scossa. “Piacere, sono Franco Coerente”. Rimasi paralizzato. Alla mia destra, dietro ad una tenda batik, uscì una ragazza orientale bellissima. Pelle liscia quasi scialbata, lineamenti del viso inesistenti, occhi introvabili e tanta cipria. Inebetito, ma forse ipnotizzato, mi avvicinai alla giovane. Avrei voluto dirle un mare di cose carine, ma ero come narcotizzato. Cercai nel mio io. Niente, nada, nicht. Alla fine, per rompere l’imbarazzo, le sussurrai la frase più banale che potevo partorire:“di che segno sei?”. “Sono del bue”, rispose con voce sibilante. Proseguii nel festival dello scontato: “Come ti chiami?”. “Hu Fù Ita Xia Lida” mi disse un po’ scocciata. Non riuscivo a cogliere in lei alcuna espressione, priva di occhi com’era. Tentai di prenderle la mano, ma, in quel preciso istante, si frappose tra di noi suo fratello Xò Tornato. Era geloso fradicio della sorella, la quale dispiaciuta pianse dalle orecchie. Tentai di allontanarlo, ma dalla giacca estrasse una medusa orticante. In preda al panico mi divincolai e iniziai a correre. Corsi come un pazzo, senza mai voltarmi indietro, fino alla mia automobile. Avevo l’adrenalina anche nel naso. Dovevo vendicarmi. Deciso, detti gas e mi diressi verso il primo supermarket cinese. Ne trovai uno dopo pochi minuti. A folle velocità inquadrai l’entrata e …. Bum, vi piombai dentro con la vettura. Tramortito scesi e disfeci tutto ciò che trovavo. Riuscii a scappare. Il negozio era dilaniato. Il giorno seguente sul giornale, nei fatti di cronaca, riportarono l’accaduto, i danni globali della merce ammontavano a 48 euro.

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