martedì 11 marzo 2014

i danni dell'amore



Il momento non era dei migliori. La fidanzata l’aveva lasciato dopo ventisei anni di convivenza, per un camionista slavo incensurato. Nemmeno il prete nel confessionale lo aveva consolato, anzi gli impose di perdonare la donna e recitare un atto di dolore in ladino per ottenere l’assoluzione dai suoi peccati. Furibondo, era uscito dalla chiesa e aveva bestemmiato, per una buona mezz’ora, negli orecchi di un inconsapevole chierichetto  fijiano. Il pomeriggio seguente li vide baciarsi in pubblico, davanti ad una fermata dell’autobus, in cui erano assiepate una caterva di persone di ogni continente ed etnia. In preda alla collera, acquistò una bottiglia di grappa Nardini da 2 litri, vi avvolse il fazzoletto da naso e, credendo che fungesse da molotov, la incendiò scagliandola in mezzo alla folla. Colpì al basso ventre un cieco. La bottiglia non esplose e si ruppe in migliaia di frammenti. Uno stuolo imprecisato di uomini imprecisati lo inseguì. In preda al panico, entrò in un centro commerciale per sfuggire al linciaggio e si chiuse per tre giorni in una lavasciuga industriale esposta nell’andito d’entrata. Uscì solo perché doveva andare d’intestino. Dopo alcuni giorni, ripresosi dallo spavento, decise che doveva reagire e per consolarsi affittò una escort di alto bordo. Non riusciva a combinare granché, assillato com’era dalla figura dell’ex-fidanzata. Iniziò a bere per offuscare ogni pensiero malinconico. Cadde in uno stato di profonda incoscienza mistica. Alle cinque del mattino si svegliò all’interno di una rotonda di cactus bonsai. Perse la macchina. Il mezzo venne ritrovato dalla polizia informatica 14 anni più tardi in un negozio vintage online, ad un’asta “compralo subito”.

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