giovedì 20 marzo 2014

amore pulp

Quando il telefono squillò fece un sobbalzo. Un brivido gli percorse la schiena. Il mese precedente l'aveva conosciuta in un bagno pubblico ed aveva subito capito che era quella giusta. Corpulenta quanto basta, tre seni e una leggera lordosi congenita dalla nascita.Il suo odore era un misto tra l'alito di una tigre del bengala e l'aroma del dado Star. La camminata sinuosa, sexy. Un connubio tra Claudia Gerini, Anna Magnani e Platinette non travestito. Indossava un paio di scarpe di poliuretano espanso e un cappello di acacia. Uscì dalla toilette e si fece un sontuoso bidet nel lavandino delle mani. Con una grazia nobiliare si depilò le ascelle e uscì bestemmiando per il frizzo.Stregato, cercò di inseguirla. Nonostante tentasse disperatamente di chiamarla, non si fermava. Le tirò un sanpietrino, poi un frisbee e infine una cuccia con un labrador dentro. Si voltò. Appena lo vide iniziò a correre terrorizzata. Accecata dalla paura, salì su un autobus. Si sentì perso, probabilmente non l'avrebbe mai più rivista. Prese una decisione estrema. Si gettò sotto il mezzo. Fortunatamente si ruppe solo il bacino, l'osso sacro, un polmone e tutta la cassa toracica. Quel gesto sconsiderato le fece aprire gli occhi. Capì che doveva stargli vicina. Perdeva molto sangue. Casualmente in borsa aveva una bottiglia di alcool etilico. Gliela gettò addosso. Per il bruciore si inarcò tutto, tipo atleta di lotta greco-romana in difficoltà, poi emise un urlo raccapricciante e, in una specie di trance, effettuò una verticale perfetta. Arrivò l'ambulanza. Venne caricato a braccia. Lei lo salutò con affetto e lui le gettò, dentro un raudo, il numero di telefono. Quel giorno decise di chiamarlo. La degenza era finita, finalmente.Il primo appuntamento fu in un autolavaggio self-service. Il secondo in un compro-oro, il terzo all'estero. Di loro non si hanno più notizie da tempo.

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