domenica 23 marzo 2014

l'oracolo

Si trovava imprigionato in quel corpo che non accettava. Purtroppo negli ultimi due anni era ingrassato a dismisura passando da 64 a 214 Kg. Questo solo perchè non riusciva, in alcun modo, a sintonizzare il nuovo decoder per il digitale terrestre. Intere giornate trascorse davanti a quell'orribile scatola nera, senza che nessun canale conosciuto facesse la sua apparizione sullo schermo. Con il passare del tempo, si era radicata in lui la fobia che non fosse capace, mischiata con un'ansia spropositata ereditata dai genitori.Un connubio devastante anche per l'imperturbabile tenente Kojak. Il finale poi era sempre lo stesso: frigorifero assaltato e depradato di ogni elemento, senza distinzione tra provenienza vegetale, animale o chimica. Non praticando sport e non avendo alcun 'interesse, se non quello per i pupi siciliani, risulta chiaro che non riusciva ad esternare la sua rabbia e, essendo un introverso di massimo valore, l'unica via d'uscita per placare il dolore risultava l'assunzione smodata di cibo. Quel giorno però, si accorse, di essere impossibilitato anche a camminare per lo spavento di aprire una voragine nel pavimento e finire nel piano sottostante. Prese il telefono e chiamò il numero di soccorso dei Vigili del Fuoco.  Ma proprio mentre riagganciava la cornetta, sentì un rumore grottesco come un tuono estivo e poi, in una frazione di secondo, si trovò, ricoperto da un cumulo di macerie, due piani sotto. Appena la polvere si dissolse, vide una sagoma indefinita che lo insultava e, di tanto in tanto, tentava anche di strozzarlo con le mani.Cercò di riprendersi in fretta, ma un lugubre scricchiolio preannunciò un altro doppio salto di piano. Atterrò in uno scantinato, sopra una piramide di scarpe ammassate. Si sentì vuoto, ma soprattutto, perso. L'edificio sembrava ribellarsi e si profilava un'imminente  cedimento strutturale. Cercò di rialzarsi in fretta, ma inciampò in una trincea di marmellata alle susine e articoli per il mare desueti. L'istinto di sopravvivenza gli consigliò di scavare, prima che fosse troppo tardi.Con le ultime forze rimastegli realizzò un tunnel a morsi e riuscì a scorgere la luce del sole. Incredulo e ignudo, in quanto aveva perso tutti i vestiti per avanzare nella terra, mise la testa fuori e, di colpo, vide le cose da una prospettiva diversa. Due uomini con un respiratore sulle spalle, maschera e boccaglio lo immobilizzarono e, dopo un processo sommario di tre minuti, ne decretarono l'abbattimento. I suoi resti sono venerati in tutte le Ande orientali,CapoVerde e parte della cordigliera Cantabrica, dove è stata costruita una vasca olimpionica in suo onore.

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