mercoledì 5 marzo 2014

amarcord




Campionato serie C2 84/85, la partita è importantissima e soprattutto si gioca con un’eterna rivale la Lucchese.
Occorre preparare una coreografia degna di un colossal televisivo.
Il giovedì precedente all’incontro partiamo in tre capeggiati da Paolo Castellarin, al secolo Pietro Micca, Paolo Boero ecc., destinazione Ponsacco, dove è situata l’azienda pirotecnica di due imprecisati fratelli napoletani.
Il viaggio scorre tranquillo, tra racconti di serate in night-club e scazzottate domenicali, fino a che non arriviamo a destinazione, dove ci troviamo di fronte a due capannoni in lamierino ondulato, imbottiti di ogni ben di dio.
Paolo si gasa smodatamente e compra di tutto: missili stile quelli usati da Wil Coyote, raudi giganteschi, torce di fabbricazione bellica, petardi della costiera Amalfitana ecc., arrivando persino ad ipotizzare, in preda ad un estasi mistica, l’organizzazione di un vero e proprio spettacolo pirotecnico da affidare direttamente ai due banditi , offrendogli tutto il supporto logistico necessario.
Troppo caro e poco intelligente anche per loro.
La domenica del match, ho il privilegio di poter vedere tutto dalla pista di atletica, in quanto devo sventolare l’indimenticato bandierone con il cuore.
Lo scatolone pieno di materiale bellico viene posto al centro della gradinata, Paolo lo vigila ma non troppo, intento com’è ad illustrare agli altri tifosi presenti, le caratteristiche tecniche di ognuno dei vari pezzi acquistati.
Come spesso accade in queste circostanze, un furbone di cui non ricordo l’identità, accende una torcia nelle vicinanze della polveriera, ed alcune faippole incandescenti vi cadono dentro.
Inizia quasi istantaneamente un fragore infinito, del tutto similare ad un temporale estivo.
Immediatamente si genera una situazione di panico generale con conseguente fuga incontrollata di tutti gli spettatori verso le estremità della gradinata.
Solo Paolo  rimane stoicamente al proprio posto cercando invano  di far mantenere la calma.
Dopo qualche istante inizia la deflagrazione vera e propria.
Razzi che partono in tutte le direzioni, botti da bombardamento di B-52, i quali, inevitabilmente, generano una coltre di fumo spettrale che avvolge tutta la zona.
Dopo almeno 15 minuti di battaglia, che sono una vita, gli scoppi iniziano ad essere sporadici e la gente inizia pian piano e con una certa introspezione a tornare verso il luogo del misfatto.
La nebbia artificiale comincia lentamente a disperdersi ed attorniato da vapori sulfurei, come un abitante di un girone infernale, ricompare come per  magia, il nostro eroe.
E’ sempre vivo ma soprattutto è in piedi, il ciuffo struffato, l’impermeabile beige lungo  con cintura in vita a brandelli, che lo fa apparire come barbone metropolitano ed in faccia si denota un’escoriazione posizionata sullo zigomo sinistro, la cui sagoma ricorda molto la forma della Corsica.
Un coro impressionante Siena-Siena a tutta gradinata, generato, con tutta probabilità, dalle bicchierate di adrenalina accumulatesi nei lunghi istanti di caos, sancisce la scampata strage e infonde in tutti i presenti, un entusiasmo smodato difficilmente raggiungibile anche in un derby particolarmente sentito.

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