Campionato serie C2 84/85, la partita è
importantissima e soprattutto si gioca con un’eterna rivale la Lucchese.
Occorre preparare una coreografia degna di un
colossal televisivo.
Il giovedì precedente all’incontro partiamo
in tre capeggiati da Paolo Castellarin, al secolo Pietro Micca, Paolo Boero
ecc., destinazione Ponsacco, dove è situata l’azienda pirotecnica di due
imprecisati fratelli napoletani.
Il viaggio scorre tranquillo, tra racconti di
serate in night-club e scazzottate domenicali, fino a che non arriviamo a
destinazione, dove ci troviamo di fronte a due capannoni in lamierino ondulato,
imbottiti di ogni ben di dio.
Paolo si gasa smodatamente e compra di tutto:
missili stile quelli usati da Wil Coyote, raudi giganteschi, torce
di fabbricazione bellica, petardi della costiera Amalfitana ecc., arrivando
persino ad ipotizzare, in preda ad un estasi mistica, l’organizzazione di un
vero e proprio spettacolo pirotecnico da affidare direttamente ai due banditi ,
offrendogli tutto il supporto logistico necessario.
Troppo caro e poco intelligente anche per loro.
La domenica del match, ho il privilegio di
poter vedere tutto dalla pista di atletica, in quanto devo sventolare
l’indimenticato bandierone con il cuore.
Lo scatolone pieno di materiale bellico viene
posto al centro della gradinata, Paolo lo vigila ma non troppo, intento com’è
ad illustrare agli altri tifosi presenti, le caratteristiche tecniche di ognuno
dei vari pezzi acquistati.
Come spesso accade in queste circostanze, un
furbone di cui non ricordo l’identità, accende una torcia nelle vicinanze della
polveriera, ed alcune faippole incandescenti vi cadono dentro.
Inizia quasi istantaneamente un fragore infinito, del
tutto similare ad un temporale estivo.
Immediatamente si genera una situazione di
panico generale con conseguente fuga incontrollata di tutti gli spettatori
verso le estremità della gradinata.
Solo Paolo
rimane stoicamente al proprio posto cercando invano di far mantenere la calma.
Dopo qualche istante inizia la deflagrazione
vera e propria.
Razzi che partono in tutte le direzioni,
botti da bombardamento di B-52, i quali, inevitabilmente, generano una coltre
di fumo spettrale che avvolge tutta la zona.
Dopo almeno 15 minuti di battaglia, che sono una vita, gli scoppi iniziano ad essere sporadici e la gente
inizia pian piano e con una certa introspezione a tornare verso il luogo del
misfatto.
La nebbia artificiale comincia lentamente a
disperdersi ed attorniato da vapori sulfurei, come un abitante di un girone
infernale, ricompare come per magia, il
nostro eroe.
E’ sempre vivo ma soprattutto è in piedi, il
ciuffo struffato, l’impermeabile beige lungo
con cintura in vita a brandelli, che lo fa apparire come barbone
metropolitano ed in faccia si denota un’escoriazione posizionata sullo zigomo
sinistro, la cui sagoma ricorda molto la forma della Corsica.
Un coro impressionante Siena-Siena a tutta
gradinata, generato, con tutta probabilità, dalle bicchierate di adrenalina
accumulatesi nei lunghi istanti di caos, sancisce la scampata strage e infonde
in tutti i presenti, un entusiasmo smodato difficilmente raggiungibile anche in
un derby particolarmente sentito.
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