giovedì 5 giugno 2014

Everest

Giocò quella schedina del Totocalcio quasi controvoglia e vinse. Una cifra impressionante, da capogiro. Cercò di mantenere la calma, ma non ce la fece. Il mattino seguente, come nulla fosse accaduto, si recò a lavorare. Prima di timbrare il badge, bevve nel bar accanto all'agenzia, circa 16 bottiglie di Coca Cola a stomaco vuoto e poi attese, con uno tsunami nello stomaco, l'arrivo del direttore. Quando lo vide aspettò che si mettesse bello comodo in ufficio e poi bussò alla porta sonoramente. Ignaro lo fece entrare. Dopo il buongiorno adulatorio, gli caricò un rutto nel muso di inaudita violenza e subito dopo, in preda all'esaltazione, gli dette fuoco alla scrivania e se ne andò. Una vita da miliardario, poteva anche giustificare alcune migliaia di euro spese in avvocati, pensò. Con calma si recò dal notaio ed entro pochi giorni, intascò quella cifra assurda. Si fece prendere dal consumismo. Comprava di tutto ed in pochissimo tempo dilapidò l'intero patrimonio. Tutti gli avvoltoi che lo avevano circondato finchè era ricco sfondato, lo abbandonarono spietatamente. Rimasto solo, decise di togliersi la vita. Prese la macchina e si recò a bordo di un torrente. Attaccò i cavetti alla batteria e li gettò in acqua, ma non ebbe il coraggio di immergersi, per prendere la scossa. In quel momento capì quanto bella e preziosa potesse essere la vita. Divenne un alpinista. Inziò a scalare vette sempre più alte e difficili. In cima al tetto del mondo, sull'Everest appena conquistato,  allo sherpa che si trovava accanto disse: "pensavo meglio!"



Nessun commento:

Posta un commento