PULLMAN
DI SAN PROSPERO. Una brutta storia quella accaduta Domenica 31 Agosto
2003 sul pullman dei tifosi di San Prospero, che stavano felicemente
recandosi allo stadio Renato Curi di Perugia in occasione
dell’esordio in serie A della propria compagine calcistica .
Dalle
prime indiscrezioni emerse sulla dinamica dei fatti, anche se per il
momento gli inquirenti mantengono uno strettissimo riserbo, alcuni
panini di proprietà della sig.na V.B., sarebbero scomparsi dalla
borsa in cui erano custoditi, per finire nello stomaco di un
sedicente compagno di viaggio.
Secondo
le scarsissime notizie fornite dal commissario di P.S. incaricato
delle indagini preliminari, i sospetti degli inquirenti
convergerebbero tutti sulla figura del quarantaquattrenne senese
F.C., affermato imprenditore di se stesso, celibe, abitante in San
Prospero e fino ad oggi incensurato.
A
tradire il libero professionista sarebbe stato, oltre la propria
stazza fisica la quale richiede di per se un apporto calorico
superiore alla media, soprattutto il particolare che al momento della
partenza del pullman, esso era sprovvisto di contenitori o borse di
plastica che potessero far pensare ad un lauto pranzo al sacco.
Ancora
non risulta chiara la dinamica dei fatti, in quanto nessuno dei 47
passeggeri ha visto F.C. rovistare di soppiatto nella borsa della
ragazza in cerca di cibarie, ma esistono invece molti testimoni, i
quali asseriscono all’unanimità, di aver notato il su indicato
mangiare dei sandwich con fare sospetto ed avaro.
Ad
un primo interrogatorio poi, l’imprenditore ha da prima negato
stizzito ogni accusa di ladrocinio, ma poi incalzato dalle risate
insistenti del GIP e degli addetti al bar del tribunale presenti alla
discussione, ha affermato, contraddicendosi, di aver mangiato, si,
due panini, ma che era stata la stessa V.B. ad offrirglieli, cosa che
la giovane nega decisamente.
Nonostante
ciò, è prematuro per il momento poter preventivare un arresto del
sospettato in tempi brevi, in quanto esiste una divergenza tra le
versioni che i due interessati hanno fornito alla magistratura che
potrebbe scagionare o incolpare F.C. Tale divergenza riguarda
l’incarto della refurtiva , la quale secondo la parte lesa sarebbe
stato un tovagliolino di carta verde, mentre secondo l’accusato
sarebbe stato una più classica pellicola di alluminio.
Un
particolare inquietante grava però sull’intera vicenda, sembra
infatti, anche se al momento non esistono ne conferme ne smentite,
che F.C. per vantarsi davanti agli amici dell’atto compiuto abbia
testualmente detto: “tra l’altro quei famosi panini non erano
neppure tanto buoni, con il pancarrè al posto del pane e neppure
tanto farciti”.
Se
questo fosse rispondente a verità la già precaria situazione del
professionista si aggraverebbe di molto, perché oltre alla
volontarietà si aggiungerebbero il disprezzo e la non effettiva
necessità fisica nel compiere il reato.
Considerando
tutti gli aspetti fino ad ora descritti, si può ragionevolmente
ipotizzare una condanna esemplare da parte del P.M., il quale, nel
pieno rispetto del codice civile, ne potrebbe chiedere la diffida
dalla frequentazione del Ristorante La Casalinga per diversi anni,
con obbligo di firma giornaliera dalle ore 20,30 alle ore 21,30
presso l’ Erboristeria Amaranthus Prodotti Naturali Via Diacceto, 9
.
Difensore
d’ufficio dell’accusato è stato nominato un avvocato alle prime
armi il quale oltre che sentirsi profondamente turbato
dall’incarico, ha dichiarato di non vedere altra soluzione se non
quella di richiedere l’infermità mentale per il proprio assistito.
Un
fatto di cronaca nera questo che, qualunque sia il suo triste
epilogo, lascerà un marchio indelebile su di una comunità, quella
di San Prospero, già tormentata da molteplici problemi psicosomatici
e motori, ed andrà ad aumentare ancora di più il disprezzo che
buona parte della comunità senese nutre nei confronti del quartiere
cittadino e dei suoi abitanti.
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